Il bene e il male in Pinocchio. Atti del Convegno (Università Europea di Roma, 4 dicembre 2019)
Pinocchio è nel nostro DNA biografico e spirituale. La fiaba ha condizionato il nostro mondo, infantile e post-infantile, di pensare e persino di esprimerci. A chi dice bugie "cresce il naso". Due tipi un po' furbastri, in combutta fra loro, "sembrano il gatto e la volpe". Uno studente svogliato è inevitabilmente un "somaro", anzi un "ciuco". Utilizziamo le locuzioni collodiane più spesso di quanto ci rendiamo conto. Nessuna fiaba, forse nessun altro libro, ha mai sortito un simile effetto. C'è da chiedersene il perché. Secondo noi, la ragione va appunto cercata nella distinzione tra bene e male, tra persone buone e cattive, che Collodi ha ben chiara, e che ogni genitore, anche il più amorale, irresistibilmente sente come proprio dovere (magari poi non sempre assolto) di comunicare al suo bambino. E che quest'ultimo, per sua natura, fa propria, anche se poi, negli anni a venire, la modernità lo doterà di modelli più adulti, e quindi più maturi ma anche ineluttabilmente ambigui.
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Anno edizione:2020
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