Bianca
L’opera di Claudio Guardo si materializza non semplicemente come un canzoniere, o come il ricordo di una figura, ma quale viatico attraverso il quale si cerca di cogliere il senso delle cose e delle esperienze. Su questo “svelamento” della sostanza il poeta interviene sia ricordando un’abitudine (afferma che portando un fiore sulla tomba dei morti non è detto che si ricordi il defunto), ma soprattutto sul valore della visione e della domanda. Questa condizione, quasi un gioco serio del poeta nei confronti del lettore (e della vita), pare emergere con forza maggiore dagli ultimi versi: «quante parole / crescono / inutilmente / sulla carta!».
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2016
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In commercio dal:1 gennaio 2016
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