Black Angel

La lettura di questo noir storico è stata un'esperienza emozionante. Mi ha portato indietro nel tempo senza che me ne accorgessi. Lo stile è così scorrevole e confidenziale che l'ho letto tutto d'un fiato. Le lettere della vittima venate di erotismo e di pazzia sono il piatto forte del romanzo. Gustosi anche il misurato umorismo e i pochi ma fulminanti giochi di parole.

Los Angeles, 1947. Il cadavere di una giovane donna, Angela Frost, viene ritrovato tagliato in due dalla vita in giù, con il volto tumefatto – un Glasgow Smile in viso – e segni di violenza in tutto il corpo. Del caso si occupa la polizia di Los Angeles e un giornalista, Frank Solderman, che scrive del caso nei suoi articoli, indagando anche lui sulla vita della ragazza e su chi potrebbe averle fatto del male in modo così efferato. La storia racconta un fatto di cronaca realmente accaduto a Los Angeles nel 1947, il caso della “Dalia Nera”, denominata così dalla cronaca locale, anche se il finale dell’autore è diverso da quello reale. L’autore affronta il caso guardandolo attraverso gli occhi di un giornalista che se ne occupa, leggendo la corrispondenza della vittima. Le “indagini” nel testo, dunque, si basano perlopiù sulle lettere che il protagonista/narratore legge, e da cui trae le sue conclusioni e i suoi sospetti. Lo stile è molto fluido e scorrevole, e garantisce una lettura facile. C’è una spessa vena erotica nel testo, con descrizioni talvolta piuttosto dettagliate. Storia consigliata agli amanti della cronaca nera (e a chi ha visto e apprezzato il bellissimo film di Brian De Palma “The Black Dahlia”, per respirare le atmosfere noir).