Furnes è un borgo fiammingo, dove si mescolano nobili dimore e primi segni di un'americanizzazione generale. Dominante, nel luogo, è la figura del borgomastro, che tutti chiamano Baas, ed è un vero boss autorevole, sicuro, inflessibile, temuto. Intorno a lui un tessuto di chiacchiere al circolo, delazioni e corruzione. E una donna -la figlia- nascosta, in condizioni abiette. Ma, una sera come tante altre, anche nel borgomastro, in questo imperturbabile monolite, si apre una crepa. Simenon ci mostra così, fino alle ultime conseguenze, che cosa si scopre appena di affonda un po' nella vita apparentemente più ordinata. Il romanzo, che Simenon dichiarò di avere scritto "in un vero e proprio stato di allucinazione" fu composto nel 1938 e pubblicato nel 1939. Le ambientazioni e i personaggi che scaturiscono dalla fantasia di Simenon sono perfetti, non ha bisogno di perdersi in descrizioni minuziose, in pochi tratti delinea un carattere, uno stato d'animo, un cambiamento o un turbamento profondo. Fumo, tende scure di velluto, muri vecchi e scuri, il selciato bagnato, le luci deboli che ingigantiscono le ombre, il freddo, tutta Furnes è una cappa e la collettività diffidente guarda e mormora sgomenta la trasformazione del borgomastro a cui non sa darsi una spiegazione. Non meno, la moglie e la domestica, ma via via il Baas guarda la realtà che lo circonda e se stesso con occhi diversi fino ad una capovolgente consapevolezza. Romanzo magistrale.
