L’ho iniziato ieri e finito oggi. Una storia cruda, di violenza e di sballo. Di quelle che sono molto più comuni di quanto pensiamo e che accadono a pochi passi da noi, di quelle che magari nasconde il colletto bianco in giacca e cravatta che incontriamo per strada o in un bar all’ora dell’aperitivo. Questa è generazionale, corre sotto ipnotica la musica degli anni Novanta, ti sembra di sentire giri di basso e sferzate di batteria, i rantoli rauchi di Kurt Cobain o Where is my mind? dei Pixies. Non c’è redenzione per una generazione che sembra priva di ideali, alla ricerca di non si sa cosa, forse troppo con il culo al riparo. La mia. Fa male. Fa rabbia. Ti sciocca. Ti turba. Ti porta nel baratro. Ti mette a tappeto. Esci dal vortice solo all’ultima pagina. E ti senti lo stomaco in subbuglio. Ho preso solo il caffè.
Un bravo ragazzo
È un pomeriggio d'inverno in una via centrale del quartiere di Fuencarral a Madrid quando Rubén Polo incontra casualmente Bianca, amica dei tempi dell'università. Dieci anni sono passati dall'ultima volta che Polo e Bianca si sono visti, da quella notte in cui un episodio di incredibile violenza e brutalità ha improvvisamente sciolto la rock band di cui entrambi facevano parte assieme agli inseparabili Nacho e Chino e ha messo fine a tutto, alla giovinezza, alla spensieratezza, alla musica. Quella che inizia come una normale, magari un po' imbarazzata, conversazione tra vecchi amici - Bianca e Chino ora sono una coppia, e Nacho... beh, Polo lo ha incontrato qualche mese prima ed è chiaro che non sta granché bene - si trasforma per Polo nella certezza che quell'episodio vive ancora dentro di lui, che niente può resistere a dieci anni di oblio, che non ci si può sbarazzare del passato come fosse una cicca. Il passato: gli anni Novanta e la miglior band di Malasaha, un gruppo di ragazzi uniti dall'ansia di vivere e dalla musica, i cinque dischi da portarsi su un'isola deserta, da Maxinquaye a Nevermind. Ma il passato ha anche il suono sinistro di un farmaco, il roipnol, la droga dello stupro. E le attraenti fattezze di Bianca, che tutti chiamavano Chicana, corpo tonico, elastico, i capelli nerissimi e la pelle scura, quasi rossiccia. E di Gabi, la bellissima e biondissima Gabi dagli occhi chiari, che a quei tempi usciva con un idiota fascista ma che ora ama e vive con Polo...
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
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Renata_S 26 aprile 2022ipnotico (a ritmo di musica)
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Sono passati dieci anni, eppure Polo non riesce a dimenticare quella notte: perché? cosa è successo? L'autore ci fa entrare nella mente (caotica e contraddittoria) del protagonista, portandoci a perdere la bussola (in alcuni momenti non è immediato capire se si sta parlando del presente o del passato), a dubitare di tutto e tutti fino all'ultima pagina. Il tema dello stupro non è di certo facile da affrontare, ma Gutiérrez lo fa in una maniera innovativa e decisamente efficace. Andrebbe fatto leggere alle superiori; fa riflettere e fa capire che certe scelte, prese con leggerezza in una notte di festa, possono condizionare tutta la vita.
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