Breve storia del mio silenzio - Giuseppe Lupo - copertina
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Letteratura: Italia
Breve storia del mio silenzio
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Descrizione


Nella dozzina del Premio Strega 2020
Finalista del Premio Letterario Corrado Alvaro

«Lupo scrive un'autobiografia delicatamente fabulosa inquietata da un "silenzio" che è trauma infantile di afasia, e poi, nel tempo, insidia persistente di un "male delle parole"»Salvatore Silvano Nigro

L'infanzia, più che un tempo, è uno spazio. E infatti dall'infanzia si esce e, quando si è fortunati, ci si torna. Così avviene al protagonista di questo libro: un bimbo che a quattro anni perde l'uso del linguaggio, da un giorno all'altro, alla nascita della sorella. Da quel momento il suo destino cambia, le parole si fanno nemiche, anche se poi, con il passare degli anni, diventeranno i mattoni con cui costruirà la propria identità. Breve storia del mio silenzio è il romanzo di un'infanzia vissuta tra giocattoli e macchine da scrivere, di una giovinezza scandita da fughe e ritorni nel luogo dove si è nati, sempre all'insegna di quel controverso rapporto tra rifiuto e desiderio di dire che accompagna la vita del protagonista. Giuseppe Lupo – proseguendo, dopo Gli anni del nostro incanto, nell'«invenzione del vero» della propria storia intrecciata a quella del boom economico e culturale italiano – racconta, sempre ironico e sempre affettuoso, dei genitori maestri elementari e di un paese aperto a poeti e artisti, di una Basilicata che da rurale si trasforma in borghese, di una Milano fatta di luci e di libri, di un'Italia che si allontana dagli anni Sessanta e si avvia verso l'epilogo di un Novecento dominato dalla confusione mediatica. E soprattutto racconta, con amore ed esattezza, come un trauma infantile possa trasformarsi in vocazione e quanto le parole siano state la sua casa, anche quando non c'erano.

Dettagli

25 febbraio 2021
208 p., Brossura
9788829709212

Valutazioni e recensioni

  • Elizabeth_19
    Se rimane, allora sarà

    Un titolo interessante che stimola la curiosità: perché silenzio? Un silenzio che è per l’autore la reazione ad un impulso sconosciuto che è la causa di un’afasia: la perdita di quel linguaggio universale, tratto caratteristico dell’uomo. Come è guarito il protagonista del romanzo dalla malattia del silenzio? Era questo l’interrogativo che animava la mia lettura, una pagina dopo l’altra. Volevo una risposta e l’attesa sembrava ancora lunga. Trattenevo il mio desiderio di conoscere leggendo dell’infanzia del protagonista, vissuta tra l’odore dei libri e l’aria fresca dell’Appennino. Ma è in una notte di pioggia, durante quest’infanzia, che le parole sono tornate. La pioggia ha avuto un effetto catartico sullo scrittore, e si è dimostrata il farmaco al male delle parole. Solamente dopo un viaggio a Milano l’autore si pulirà la coscienza, ricordando chi era prima dell’arrivo di sua sorella, dimenticando il suo silenzio. E proprio per ricordare tornerà a Milano, oltre che per studiare. Dalla lettura di questo romanzo ho imparato a sperare, di continuare a credere in qualcosa fino allo stremo delle forze, ricordando a se stessi che “ne vale la pena”. Che la speranza è una candela che rimarrà sempre accesa. Anche se un giorno la fiamma sarà alta e viva, e il seguente si ridurrà ad una flebile e tremolante luce, essa non sarà mai del tutto spenta. Perché nulla potrà soffiare via quella fiamma che illumina ambizioni e sogni, impedendo loro di essere alimentati e quindi dimenticati, se non un nostro sospiro di rinuncia. Ieri l’autore era tormentato dalla costante presenza del fantasma di Quasimodo e dai dubbi sul suo futuro come scrittore. Oggi invece ha saputo raccontare la parte migliore di sé, e nel frattempo ha transitato la vita.

Conosci l'autore

Foto di Giuseppe Lupo

Giuseppe Lupo

1963, Atella

Giuseppe Lupo (Atella, 27 novembre 1963) è uno scrittore e saggista italiano.Insegna letteratura italiana contemporanea presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano e Brescia. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L'americano di Celenne (Marsilio 2000), con cui nel 2001 ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio Mondello opera prima, e nel 2002, in Francia, il Prix du premier roman. Successivamente ha pubblicato i romanzi Ballo ad Agropinto (Marsilio, 2004), La carovana Zanardelli (Marsilio 2008; Premio Grinzane Cavour-Fondazione Carical e Premio Carlo Levi), L'ultima sposa di Palmira (Marsilio 2011; Premio Selezione Campiello e Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (Marsilio 2013; Premio Giuseppe Dessì), L'albero di stanze (Marsilio 2015; Premio...

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