Briciole di vita - Petr Andreevic Vjazemskij - copertina
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Briciole di vita
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Descrizione


A detta dell'amico Puskin, il principe Pëtr Vjazemskij era una «svista» della Natura, che lo aveva scelto per far bella mostra di tutti i suoi doni, ma eccedendo, giacché aveva combinato nel suo beniamino «ricchezza, nobiltà, mente eletta, animo gentile e caustico sorriso». Poco conosciuto fuori della Russia, salvo rare eccezioni ricordato soltanto come poeta della «pleiade puskiniana», Vjazemskij fu anche critico, romanziere, memorialista. Di un'intelligenza acuta, talvolta spietata, era un conversatore e narratore ineguagliabile, tanto da provocare autentiche «migrazioni salottiere» nelle case che frequentava: non appena cominciava a raccontare le sue storie, tutti si affrettavano a raggiungerlo. Storie che in gran parte figurano nei taccuini che tenne per più di sessant'anni, folti di aneddoti, riflessioni, brevi ritratti, stravaganze di personaggi illustri, battute e bizzarrie di chi viveva o era vissuto nella città che Vjazemskij più amava, Mosca, una vera e propria «repubblica» rispetto alla rigida e formale San Pietroburgo, dove la presenza della corte sembrava condizionare anche i più segreti pensieri dei sudditi. «Briciole della vita», dunque, ma capaci più dei grandi eventi di dar voce al passato prossimo ancora vivo, non imbalsamato in trattati e libri di storia. E dopo aver letto queste pagine deliziose, non potremo che concordare con Iosif Brodskij: «In Vjazemskij i russi hanno il loro Chamfort e il loro La Rochefoucauld in un'unica persona». A cura di Serena Vitale.

Dettagli

19 maggio 2022
205 p., Brossura
StaraJa zapisnaJa knizka
9788845936890

Conosci l'autore

Foto di Petr Andreevic Vjazemskij

Petr Andreevic Vjazemskij

(Mosca 1792 - Baden-Baden 1878) poeta e critico russo. Protetto da N.M. Karamzin, V. si avvicinò molto presto agli ambienti decabristi, manifestando palese intolleranza per l’autocrazia zarista: per questo fu escluso da ogni impiego statale e visse in disparte. Ma a partire dal 1830 attuò un graduale ritorno all’ordine e prestò servizio prima al ministero delle Finanze, poi a quello dell’Istruzione nel settore della censura. Trascorse gli ultimi quindici anni della sua vita all’estero.I suoi primi versi (Pietroburgo, 1818; Insoddisfazione, 1820) riflettono l’inquietudine, lo slancio verso la libertà e l’intolleranza verso l’assolutismo, tipici della letteratura decabrista. Accanto a Puškin condusse su giornali e riviste una battaglia contro il classicismo in difesa del movimento romantico...

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