Bucce d'arancia sul fronte di Nord-Est
Donne valorose e straordinarie, le Portatrici Carniche sono le protagoniste di questo romanzo, permeato di forti sentimenti, di dolore ma anche di speranza. Madri di famiglia, ma anche ragazze giovanissime, le Portatrici erano adibite, durante la Grande Guerra, a rifornire le nostre trincee lungo il confine con l'Austria, salendo tutti i giorni in quota con il pesante carico sulle spalle di munizioni e materiali, sotto il tiro del cecchino austriaco. Nella loro gerla portavano quello che serviva a un mondo di sofferenza e di sacrifici, di morti e di feriti, ma sulle loro labbra c'era sempre un sorriso, una parola di conforto per quei giovani affondati nel fango delle trincee. E qualche volta nasceva anche l'amore, come quello fra la portatrice Sciulin e il bersagliere Tano: un amore dolcissimo, ma ad occhi aperti, perché in agguato c'era sempre il ta-pum del cecchino. Ad occhi aperti anche per sognare il sogno più bello, che per Tano era quello di riempire un giorno la gerla di Sciulin di fiori, fiori della sua Sicilia, fiori d'arancio.
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Anno edizione:2014
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