Credo che tra tutti i libri della saga di Anita Blake, questo sia il più bello. Si sofferma sulla figura di Edward e sui compromessi a cui uno come lui deve giungere. Viene mostrato il lato umano di quella figura che fino a quel momento era stata solo accennata e vista a distanza. Si notano le similitudini con Anita, e tutti i tentativi che lei fa per distinguersi e per non considerarsi un mostro, nonostante ciò che compie. Come tutti i libri della Hamilton è scritto in modo da catturare il lettore dalla prima all'ultima riga. Davvero molto bello!
Butterfly
Essere in debito con un pazzo criminale è una di quelle cose che succedono soltanto ad Anita Blake. Ma la cacciatrice di vampiri non può sottrarsi al richiamo del dovere quando Edward - l'ambiguo sicario con cui lei ha più volte avuto modo di "collaborare" - chiede il suo aiuto per indagare su un'inquietante serie di omicidi nel New Mexico. Perciò Anita vola ad Albuquerque, dove un sadico assassino ha la singolare abitudine di togliere completamente la pelle alle proprie vittime oppure di tagliarle in piccoli pezzi. Nuova città, nuovi delitti, nuovi vampiri: l'arrivo di una "straniera" non è infatti ben visto da Itzpapalotl, la Master locale, né dai suoi servi umani, che cercano di ostacolare le indagini. Anche perché esiste un legame profondo tra il killer, le vittime e la congrega di vampiri e licantropi di Albuquerque: un legame che, per il momento, si nasconde in una tomba inviolata da secoli, ma che è pronto a risorgere e a scatenare l'inferno.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:4
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Manuela Cipollaro 02 settembre 2010
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jessica chiossi 03 aprile 2010
libro molto bello,il rapporto tra anite ed edward diventa più profondo e finalmente si scopre qualcosa in più edward.i personaggi di olaf e bernardo ben costruiti e mi piacciono molto,non vedo l'ora di rivedere olafe anita insiemeper vedere cosa succede...
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GIOVANNA CARSUGHI 18 gennaio 2009
Atmosfere esotiche per questa nona avventura della serie, prima della quale, cronologicamente parlando, bisogna leggere il racconto “The Girl Who Was infatuated with Death” (contenuto nell’antologia “Bite”). Come d’abitudine, il titolo si riferisce al nome di un locale di Albuquerque ed a quello della sua proprietaria, la vampira master della città del New Mexico, personificazione del coltello sacrificale azteco, la quale aiuterà Anita ad affrontare il cattivo di turno ed a fare chiarezza nella sua relazione con Jean-Claude (purtroppo l’unica comparsa dell’affascinante master di St. Louis è in sogno ad Anita). Ho apprezzato l’approfondimento dell’amicizia tra Anita ed Edward, la cui seconda vita viene messa in primo piano e approfondita dettagliatamente. Avvincente la descrizione dei due spettacoli che hanno luogo all’Obsidian Butterfly; un po’ deludente, per contro, e forse troppo portata per le lunghe la scena finale dello svelamento del mostro, anche se esilarante grazie ad Olaf, serial-killer psicopatico che ritroveremo in seguito con tanto di cotta per Anita :-D
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