Io non sono né bigotta né moralista. Non sarà la facilità con cui la protagonista di ‘Calendar Girl’ salta da un letto all’altro a interessare questa recensione. Anzi, di base ho apprezzato il fatto che voglia fare una cosa e la faccia, senza dover giustificare al lettore il perché di questo o di quell’altro (e in sporadici momenti la Carlan inciampa anche in questo rischio, ma ok). Non sono qui per scrivere un vero commento negativo, quanto piuttosto per presentarvi questa storia e per farvi intuire con che cosa avreste a che fare… ma se vi interessano i dettagli più spinosi, sappiate che il personaggio protagonista, effettivamente, non ha molto senso; il fatto che gli uomini da cui venga mandata siano uno più affascinante e gentile dell’altro è un cliché fotonico; i vari dialoghi sono esilaranti e sfido a trovare qualcuno che parli in questo modo nella vita reale – soprattutto in camera da letto; lo stile di scrittura non è niente di che… Insomma, è banalissimo, ma riesce a essere scorrevole e perfetto per il tipo di storia che si sta leggendo; e, lo devo dire, sebbene Mia mi piaccia e riesca a non essere il solito personaggio affetto da turbe mentali semplicemente perché ha voglia di sco*are, il suo ricordarci, di tanto in tanto, di non essere una p*ttana è così fuori luogo e riesce a vanificare tutto il resto. Questa lettura potrebbe interessarvi? Anche solo per dedicarvi a qualcosa di semplice, che vi tenga compagnia e che vi tiri fuori dalla vostra zona di comfort? Se spegnete il cervello e lasciate perdere certi dettagli, ‘Calendar girl’ potrebbe essere la risposta ai vostri— No, non ai vostri problemi, ma avete capito. Potrebbe anche risultare divertente; io due risate me le sono fatte, sia genuine che imbarazzate, ma poco importa.
