Straordinario per felicità di invenzione e qualità di scrittura (verrebbe voglia di dire qualità di parola. Perché e' davvero un libro "parlato" più che stampato ) il più bel premio Strega degli anni 2000.
Vincitore premio Strega 2010
Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l'acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.
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Edizione:1
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Maria Teresa Tafuri 14 gennaio 2019
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Martina Bartolini 30 novembre 2017
Già dal titolo si capisce la mia opinione. Il romanzo segue le (dis)avventure della famiglia Peruzzi, dal Veneto all'Agro Pontino, dall'ascesa del fascismo alla fine della guerra. Il narratore è un anziano che divaga e si perde nei ricordi, per poi riprendere il filo del discorso principale e avvinghiarci nelle vicende dei Peruzzi. Amo questo romanzo e amo il modo in cui è stato scritto. Lo consiglio senza se e senza ma.
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Rutilio BAronti 11 marzo 2017
Per chi lo conosce, Antonio Pennacchi aveva già disseminato parti di Canale Mussolini in tutti i suoi romanzi precedenti. Bellissimi i suoi articoli su LIMES che già avevano evidenziato un profondo studio della Storia dell'Agro Pontino e del ventennio fascista. Canale Mussolini è e sarà il suo capolavoro, il libro che ha sempre voluto scrivere, e che grazie alla sua forza di volontà ed il suo talento, è riuscito a scrivere. La lettura è fluida, appassionante, colloquiale, ma ineccepibile dal punto di vista storico e del reale svolgimento dei fatti. Viene rappresentata un italia giovane, ingenua, ancora intonsa , ed il fascismo è la cornice ad un mondo scomparso, che ha finito per fare i conti con la propria ingenuità
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