Scrivo questa recensione un po' in risposta e reazione all'unica che c'era. In questo secondo c'è meno azione del primo, ma al contempo vi sono ricordati tantissimi episodi dell'immediato dopoguerra, e comunque meno azione: l'amicizia germanico italiana, la Petacci all'incrocio, Latina... secondo me questo volume è un capolavoro alla pari del primo, e magari anche di più, per il dovere di memoria che rappresenta.
Canale Mussolini. Parte seconda
Un grandioso romanzo corale e polifonico, un'opera letteraria di smagliante bellezza che, alternando i toni dell'epica a quelli dell'elegia, ci dà lucidamente conto di ciò che siamo, in forza di ciò che nel bene e nel male siamo stati.
Il 25 maggio del 1944 – ultimo giorno di guerra a Littoria – nel breve intervallo tra la partenza dei tedeschi e l'arrivo in città degli angloamericani, Diomede Peruzzi entra nella Banca d'Italia devastata e ne svaligia il tesoro. È qui che hanno inizio – diranno – la sua folgorante carriera imprenditoriale e lo sviluppo stesso di Latina tutta. Ma sarà vero? Il Canale Mussolini, intanto, dopo essere stato per mesi la dura linea del fronte di Anzio e Nettuno, torna a essere quello che era, il perno della bonifica pontina. Inizia la ricostruzione, ma al Nord la guerra continua e coinvolge i Peruzzi su tutti i fronti, repubblichini o partigiani. Con il suo funambolico impasto linguistico, con il suo sguardo irriverente e provocatorio sempre addolcito però da un'umanissima pietas, Antonio Pennacchi narra le gesta dei Peruzzi, famiglia di pionieri bonificatori, grandi lavoratori, eroici spiantati, meravigliosi gaglioffi e donne generose. Canale Mussolini. Parte seconda è un grandioso romanzo corale e polifonico, un'opera letteraria di smagliante bellezza che, alternando i toni dell'epica a quelli dell'elegia, ci dà lucidamente conto di ciò che siamo, in forza di ciò che nel bene e nel male siamo stati.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fede Lenzi 18 ottobre 2024Un altro capolavoro
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Elena Casadio 06 maggio 2016
Questa seconda parte di Canale Mussolini, è molto meno appassionante. La trama è incentrata soprattutto sul racconto degli avvenimenti storici del periodo e mancano quasi del tutto le vicende personali e i personaggi della prima parte. Nel complesso risulta essere un romanzo storico, utile per approfondire il periodo storico. Il linguaggio è quello divertente di Pennacchi, che buttando qua e là dialoghi in dialetto, riesce a far entrare il lettore nell'ambientazione. Mi è piaciuto, ma ho preferito molto di più il primo.
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