Un libro lungo un viaggio, ed arrivare alla fine non è stato facile. Nelle oltre 800 pagine sono raccontati circa due secoli di storia della famiglia della protagonista, una storia di oppressioni, disuguaglianze, contraddizioni, ma anche di conquiste e integrazione, in un continuo gioco di rimandi tra presente e passato. A fare da tema dominante non è la semplice contrapposizione tra bianchi e neri – che pure mostra toni spesso drammatici – quanto la ricerca, attraverso le proprie radici, di cosa significhi oggi per un nero afroamericano poter godere di quei diritti che in un recente passato erano negati. Questa ricerca diventa la missione della protagonista, Ailey Pearl Garfield, una ragazza con la mania della storia, in un racconto in prima persona nel quale sembra raccogliere l’eredità degli antenati della propria famiglia per farne materia viva, palpitante, una storia degna di essere ricostruita per la tesi di dottorato. Il tutto condito da porzioni generose di pollo fritto, pane al mais e macaroni and cheese. Il romanzo d’esordio della Jeffers ha il respiro ampio delle saghe ma la lettura non sempre è stata avvincente, e di alcune parti si sarebbe fatto volentieri a meno. Voto 4 meno.
