Pochi sanno raccontare la montagna come Mauro Corona, con un linguaggio schietto e allo stesso tempo avvolgente, sia che si tratti di un racconto che di un romanzo. Il canto delle manére ha il respiro della narrazione migliore, in cui la storia delle persone si intreccia con quella dei boschi, delle montagne, del filo tagliente delle accette. Qui la storia è quella di Santo, boscaiolo non solo per nascita ma per vera vocazione, che già da ragazzino dimostra una grande abilità con la manéra, qualità che gli tornerà utile durante tutta la sua lunga e faticosa vita. Santo imparerà ben presto a stare al mondo, in un ambiente di gente rude e senza scrupoli (“c’è gente qui che per quattro palanche fa fuori la mamma soffocandola mentre la guarda in faccia”). Conoscerà l’odio, il ricatto, la vendetta, l’isolamento, l’illusione dell’amore, l’avidità e la brama di possesso, diventerà egli stesso peggiore di quanto avrebbe voluto (“mano a mano che perdeva fiducia negli uomini, l’onestà in lui si spegneva, come soffiar sulla candela”). Uomo chiuso e rancoroso, Santo riversa il disamore per la vita negli affari, nella smania del denaro, arrivando perfino a guardare al bosco solo come fonte di guadagno. Dopo un’esistenza passata a buttar giù carpini, larici, faggi, tra il Monte Toc, l’Austria e la Francia, ad un certo punto Santo avverte il richiamo di Erto, il paese natale (“le radici di un uomo sono elastici. Più ti slontani più ti tira. E quando è al massimo basta mollare le mani e quelli ti strascina a casa di botto”): qui ritrova una parte di quel mondo che aveva abbandonato anni prima, e il potente richiamo dei ricordi prende il sopravvento scalfendo la corteccia del boscaiolo: “quei ricordi giungeva da boschi e torrenti, sentieri e case, vie e facce. Santo sentì quel giorno come uno degli ultimi, il cerchio stava per chiudersi”. Grande romanzo di formazione, in cui l’autore riversa il suo rapporto intimo – di più, pervasivo – con la montagna.
Il canto delle manére
La manéra è la scure dei boscaioli di Erto. Nessuno come Santo della Val, che abbiamo già incontrato in Storia di Neve, ne conosce il filo della lama, l'equilibrio del manico, nessuno come lui sa ascoltare il canto che si alza dalle manére quando i boscaioli entrano a far legna nei boschi. Santo è il migliore tra di loro, il bosco è la sua vita, ma la violenza del sangue lo costringe alla fuga dal paese per cercare fortuna tra le ricche foreste dell'Austria. Nuovi amici e nuovi amori, pentimenti e bramosie dell'animo, finché Santo, dopo l'eccezionale incontro con il grande scrittore Hugo von Hofmannsthal, sentirà imperioso il richiamo della propria terra.
-
Autore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2020
-
Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
ormos 24 luglio 2025
-
Alessia Carlon 28 agosto 2013
un libro epico come pochi sono in grado di scrivere. tenere accesa l'attenzione per un libro così lungo non è facile. ci vuole pazienza per leggerlo.... ma alla fine ne esci dispiaciuto che sia "già" finito.
-
un libro di storia, piccole storie che scorrono immerse nella "grande storia" europea. un libro che diventa amico e che dispiace finire anche se le persone descritte non sempre sono amiche...
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it