A differenza di tanti altri classici della letteratura, che ho amato ma che mi hanno messa a dura prova, con questo piccolo romanzo è stata una passeggiata, sia per quanto riguarda la storia (che già conoscevo), sia per quanto riguarda lo stile di scrittura con la quale ci viene raccontata: si tratta del primo libro di Charles Dickens che ho il piacere di leggere e non mi aspettavo un testo così semplice e scorrevole; complice, forse, il fatto che si tratta di un vero e proprio racconto, la lettura è stata davvero facile. Immagino che la storia, ormai, la conoscano tutti, chi grazie ai libri, chi grazie ai film, chi per sentito dire… Nulla di nuovo, su questo fronte. Nulla di nuovo nemmeno per me, ma mentirei se non vi dicessi che è stato comunque tutto molto interessante. Il radicale cambiamento del quale è “vittima” il vecchio Scrooge è qualcosa di forte e commovente, che lascia al lettore una promessa di speranza e che lo invita ad amare e a voler bene. Io ammetto di essere molto per il “vivi e lascia vivere”, in ogni suo senso, ma so benissimo che tutti noi dovremmo imparare a tendere più spesso la mano al prossimo. Non serve che vi dica, poi, quanta nostalgia rispetto al Natale mi abbia lasciato questa lettura… Lo so che mancano undici mesi, but still; sono già in attesa. Due righe da dedicare assolutamente alla famiglia di Bob Cratchit: nonostante vivano in condizioni misere, nonostante sia una famiglia numerosa e nonostante il futuro per loro non paia dei più rosi, sono felici; sono uniti, si vogliono bene e riescono a trovare la gioia in tutte le più piccole cose. Sono la parte più bella, vera e commovente del romanzo. Questo è un libricino magico, ve lo giuro; ho aspettato tanto, troppo tempo per leggerlo, ma non per questo mi ha colpita di meno. Anzi… Credo proprio che riguarderò l’adattamento Disney, così, giusto perché mi trovo nel mood giusto.
Canto di Natale. Ediz. integrale
Le storie di fantasmi collegate al Natale erano già presenti nel mondo vittoriano, non sono una sua invenzione, anche se fu proprio lui a decretarne il successo, scatenando una corsa all'emulazione: Dickens sapeva di aver creato qualcosa di nuovo ed efficacissimo, ponendo sostanzialmente tre spiriti (come i tre Re Magi?) sulla scena della natività, che, come vedremo, è assai ben popolata. Fu un colpo di genio, anche se, per ribadire il concetto, i fantasmi importanti sono quattro (come lo saranno, un anno dopo in Francia, i tre moschettieri di Dumas) e volendo infiniti, dato che, dopo la chiacchierata con Marley, «l'aria era piena di spettri gemebondi».
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Anno edizione:2021
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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errebooksbabe 07 febbraio 2023
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Il Canto di Natale di Charles Dickens andrebbe letto ogni anno, nel periodo in cui le lucine natalizie si accendono e le persone sembrano essere allo stesso tempo malinconiche e felici. Un romanzo, questo, che fa riflettere, commuovere, piangere, un romanzo che rimane nel cuore come rimane nel cuore il cinico e scorbutico signor Scrooge, solo nella sua arroganza e indifferenza ma che, dopo l'incontro con i tre fantasmi del presente, passato e futuro, riesce ad aprire gli occhi sul mondo che lo circonda, un mondo dove nonostante la povertà si riesce ancora a vivere e sorridere, soprattutto a Natale.
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“Canto di Natale” di Charles Dickens non ha certo bisogno di presentazioni. Il signor Scroodge è un vecchio abbastanza spiacevole e avaro il quale durante la notte della vigilia di Natale riceve la visita del fantasma di un suo amico morto sette anni prima e poi lo vanno a trovare i fantasmi del Natale passato, presente e futuro che gli daranno ragguagli su quello che sarà la sua vita se continuerà a comportarsi da vecchio avaro incallito.
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