La fregatura è quando uno nasce tram ma gli tocca fare il cargo.
Cargo
Cargo è il più conradiano dei romanzi di Simenon
«Sappiamo che Simenon è un maestro nel creare le atmosfere e gli intrecci. Qui è insuperabile. Le acque limacciose, la vegetazione tropicale, l'afa avviluppano il Croix de vie in un groviglio che appare inestricabile. Perché, ai "peccati" che hanno varcato l'oceano, si aggiungono le dissipazioni della terra ferma. E queste non sono da meno: avventurieri senza scrupoli, commercianti pronti a ogni baratto, bar malfamati, prostitute, una nuvola d'alcol e di sudore che le pale dei ventilatori sembra non riescano mai a disperdere.» - Giorgio Montefoschi
«In queste pagine non c'è assolutamente nulla che appaia inutile, nessun episodio, nessun dialogo, nessuna descrizione di paesaggio che non abbia una sua precisa funzione.» - André Gide
Come in un incubo, sin dall'inizio Joseph perde il controllo della situazione e viene travolto da eventi il cui senso gli è oscuro: prima la fuga da Parigi insieme a Charlotte, la compagna che, "in nome dell'Idea", ha ucciso l'uomo che era stato il suo amante. E che rifiutava di darle il denaro per finanziare il loro giornaletto anarchico. Poi, l'imbarco a bordo di una nave di contrabbandieri, il precipitare in "un universo incoerente, buio e fradicio", l'arrivo in una miniera d'oro colombiana, tra ragni, cimici e ratti, fino a Tahiti, dove Joseph incontrerà il suo destino...
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LakesMeadow 15 marzo 2022
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MATTEO MASCIOVECCHIO 10 novembre 2010
Questo sarà il decimo libro di Simenon che leggo e forse il primo che non mi piace. Qualcuno l’ho trovato così così, ma mai deludenti…questo invece mi è parso regretful. Sarà che quest’estate ho letto tanti libri e tutti belli Sarà che questo è più lungo degli altri; Sarà che mi trovo in un momento particolare e non sono molto concentrato ma proprio non mi è piaciuto. Una delle doti di Simenon che mi piace di più è la mancanza di fronzoli, l’essenzialità dei dialoghi e delle descrizioni: normalmente gli bastano poche pennellate per trasmetterci un concetto una sensazione uno stato d’animo. La sua grandezza è proprio quella di dire ciò che deve dire in 100-150 pagine. In questo caso invece l’autore si dilunga eccessivamente La trama è apparentemente avvincente, diversi i luoghi fisici in cui si svolge e differenti sono le cose che accadono al protagonista, ma il suo destino lo conosciamo già…
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