Un altro punto di vista sulla guerra. O meglio un altro momento, il dopo. A cu spesso non pensiamo, come se il passaggio dalla guerra alla pace fosse un on/off, e che invece ha ancora grandi drammi e difficili ricuciture
La cartolina
Premio Renaudot liceali 2021Premio letterario degli studenti di Sciences Po 2022Gran Premio delle Lettrici di Elle Francia 2022
«Uno dei grandi libri dell’anno. Un romanzo vero, una ricostruzione storica, un’indagine contemporanea, un giallo iniziatico». - France Inter
“La cartolina è arrivata nella nostra cassetta delle lettere insieme ai consueti biglietti di auguri natalizi. Non era firmata, l’autore aveva voluto restare anonimo. Da un lato c’era l’Opéra Garnier, dall’altro i nomi dei nonni e degli zii di mia madre morti ad Auschwitz nel 1942. Vent’anni dopo mi sono messa in testa di scoprire chi l’avesse mandata esplorando tutte le ipotesi che mi si aprivano davanti. Questo libro mi ha riportata cent’anni indietro. Ho ripercorso il destino romanzesco dei Rabinovitch, la loro fuga dalla Russia, il viaggio in Lettonia e poi in Palestina, e alla fine il loro arrivo a Parigi, con la guerra e i suoi drammi. Ho cercato di capire perché mia nonna Myriam sia stata l’unica a sfuggire alla deportazione e di chiarire i misteri di cui erano circondati i suoi due matrimoni. Il romanzo dei miei progenitori è anche una ricerca iniziatica sul significato della parola ‘ebreo’ in una vita laica”. - Anne Berest
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ale 29 dicembre 2024Un altro punto di vista
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juliet 03 gennaio 2024Toccante e avvolgente
Un libro che unisce due miei grandi interessi: la storia (in particolare l’olocausto) e le storie di indagine. Travolgente, non riuscivo a staccarmi dalle pagine che mi hanno trasportato per tutta Europa attraverso un secolo di vite. Toccante e avvolgente, incoraggia una riflessione sull’attualità e su cosa significhi sentirsi diverso nella propria nazione.
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Patrizia 05 novembre 2023
La decisione di narrare la propria storia e quella della propria famiglia porta l'autrice a scrivere un romanzo in cui traspare l'autenticità dei sentimenti, diretto tanto ai lettori quanto a se stessa. Le indagini per scoprire il mittente di una misteriosa cartolina causano una reazione a catena che permette di aprire i cassetti dei ricordi e portare alla luce non solo una storia dolorosa, ma anche il vero significato di appartenere ad una etnia perseguitata. Un libro senza eccessivi sentimentalismi e senza orrori gratuiti ma ben documentato e soprattutto con una struttura molto concreta e un degno epilogo. Mi domando come un'opera così apprezzabile non abbia avuto la stessa pubblicità di tanti best seller editoriali che vengono presentati come capolavori e che si rivelano poi appartenere alla categoria dei cosiddetti libri "furbi", banali e di sicura presa sul grande pubblico. Anne Berest non cade in questa facile trappola e scrive qualcosa di veramente apprezzabile dove il coinvolgimento non è solo momentaneo ma è fonte di riflessione e di autentica consapevolezza.
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