Leggere queste pagine è stato decisamente formativo. La descrizione dei luoghi amati, con evidenti pennellate di nostalgia, forse per ricordarli come erano al tempo della gioventù, ti prende fin dall’inizio. Ma la parte che conta è quella del racconto di una vita segnata da valori e sentimenti che oggi vien da chiedersi se sopravviveranno (e io lo spero per il futuro dei nostri figli e nipoti), a partire dal culto per la famiglia, l’ammirazione per nonni e genitori, anche se fin troppo facile con quei predecessori, l’amore per lo studio e il lavoro, la passione per la politica. Infine la possibilità di rivivere 60 anni di eventi come quelli a cui abbiamo avuto la fortuna/sfortuna di assistere (crollo del muro di Berlino, terrorismo e superamento di quei giorni). Un’opera, che senza dubbio rileggerò dopo averla passata a mia moglie e ai miei figli, perché un libro è buono quando ti fa pensare e riflettere. E cercherò di diffonderlo ad amici e conoscenti.
La casa nella pineta. Storia di una famiglia borghese del Novecento
In questo libro insolito, al confine tra un racconto intimo e il grande affresco di un'epoca, le vicende pubbliche si intrecciano alla storia di una famiglia italiana.
Nella primavera del 1962 la famiglia Ichino riceve una visita dell'amico don Lorenzo Milani. Indicando i libri e il benessere che si respira in quel salotto milanese, il priore si rivolge a Pietro, tredicenne: ''Per tutto questo non sei ancora in colpa; ma dal giorno in cui sarai maggiorenne, se non restituisci tutto, incomincia a essere peccato''. Marchiato a fuoco da questo monito, che pur nella sua radicalità racchiude in sé molti altri insegnamenti familiari, il protagonista di queste pagine rifiuta di intraprendere la carriera di avvocato al fianco del padre amatissimo per dedicarsi al movimento operaio, ritrovarsi cooptato nel palazzo del potere ma poi farsene cacciare, studiare il Diritto del lavoro nell'epoca drammatica della fine delle ideologie, del terrorismo rosso e poi della sua nuova fiammata al passaggio del millennio. In questo libro insolito, al confine tra un racconto intimo e il grande affresco di un'epoca, le vicende pubbliche si intrecciano alla storia di una famiglia italiana che raccoglie in sé l'eredità ebraica e un cattolicesimo dalla forte vocazione sociale e che ha eletto la Versilia a proprio luogo dello spirito. E' così che - dalle persecuzioni razziali al Concilio Vaticano II, da Bruno Pontecorvo a Piero Sraffa, dal '68 all'assassinio di Calabresi, dal Pci di Pietro Ingrao fino alle riforme del Diritto del lavoro - la ''casa nella pineta'' diventa il crocevia di vite vissute con singolare intensità, dove generazioni di padri e di figli dalle anime inquiete possono crescere, amarsi, perdersi e ritrovarsi.
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Anno edizione:2018
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