Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e «La Rivoluzione protestante» - Domenico Segna - copertina
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Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e «La Rivoluzione protestante»
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Descrizione


Filosofo, giornalista, glottologo, amico di Piero Gobetti, nome dimenticato, se si esclude l'ambiente protestante italiano, Giuseppe Gangale è un caso unico nella storia culturale del Novecento italiano. Animatore di Conscientia, una delle migliori riviste di matrice protestante degli anni Venti, Gangale tentò di unire la propria fede calvinista con il pensiero di Hegel sino al punto di delineare un inedito "Marx calvinista". Nel 1925 raccolse l'invito di Gobetti di pubblicare un testo destinato a restare sepolto per decenni: La Rivoluzione protestante. Il presente saggio è un'indagine su questo evangelico battista e sulla particolare temperie culturale, dominata da Croce e Gentile, in cui si trovò a testimoniare sia la propria fede religiosa, sia il suo antifascismo: una "doppia eresia" di fronte alla dittatura fascista e al Concordato del 1929. Opera di un eretico, il cui emblematico incipit così recita: "Il cattolicismo è il male d'Italia". Gangale pose in modo radicale il problema della mancata Riforma in Italia. Riproporne oggi lo studio, significa porsi la domanda sul perché del degrado delle cose presenti in Italia: significa porsi un "problema di coscienza".

Dettagli

Libro universitario
128 p., Brossura
9788875881542

Valutazioni e recensioni

  • MARCO FRATINI

    Il tema che Domenico Segna mette al centro dell’attenzione del lettore è quello del rapporto del calvinismo gangaliano da un lato con la cultura politica italiana vittima di un cattolicesimo tradizionale (che aprirà le braccia al fascismo), dall’altro con il pietismo sentimentale e modesto delle chiese evangeliche italiane, già a quel momento molto variegate. Quindi la sentenza che anima gli scritti di Gangale: all’Italia manca l’esperienza non di una, ma della Riforma protestante, e questa la potrebbero rappresentare tali chiese, a condizione di lasciare il Pietismo e ritornare a qualche fonte più originale. Il Segna illustra bene questa doppia o quadrupla relazione tra momento religioso e momento politico. Inoltre ci ricorda i rapporti di Gangale con molte personalità in ricerca, più o meno legate al Modernismo e comunque presenti con proposte indipendenti (per esempio Giovanni Boine [1887-1917] che sarebbe da riprendere oggi in clima di dialogo con un Cattolicesimo meno fisso che un secolo fa). Non possiamo che rinviare alle sue pagine e raccomandarle soprattutto ai/alle giovani studiosi/e liceali per esempio.

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