il lettore, bendisposto dal titolo altisonante, si prepara a struggenti eroismi e vette d'epica memoria. con suo notevole disappunto, invece, sprofonda in un dedalo di novelle perlopiù senza pretese, senz'altro incompatibili con l'orizzonte d'attesa dettato dalle suggestive premesse. si naviga a vista in un 'amarcord', un po' trito, dell'Italia del bel tempo che fu, che a volte cade nel deprimente, scivolando in vicende degradate e ambigue. unica eccezione, che da sola tutto sommato giustifica l'intera opera, è uno struggente incontro, storicamente inattendibile, tra due grandissimi personaggi storici, Annibale e Scipione, strappati alla loro grandezza di eroi e posti con delicatezza nella loro nuda, spoglia umanità. Manfredi, ad ogni modo, poteva fare di più.
