Il cerchio

L'idea alla base del racconto è molto intrigante e attuale. Pone riflessioni sul limite tra privacy e diritto alla trasparenza e sui sempre più invasivi meccanismi dei social tra condivisioni di informazioni personali consensuali e non. L'inizio del libro è incalzante e scorrevole ma alla lunga diventa ripetitivo. Il finale lascia l'amaro in bocca in quanto sviluppato in poche pagine., totalmente superficiale rispetto al resto del racconto.

Il romanzo è scritto bene: nonostante nella traduzione siano stati lasciati fastidiosi e ripetuti inglesismi, la lettura procede scorrevole fino alla fine, dove si va a perdere parecchio. Sul finale, infatti, l’autore sembra chiudere frettolosamente, saltando dalle vicende all’epilogo tralasciando parti importanti, lasciando intendere che, forse, le idee erano finite. Un vero peccato, perché la storia raccontata è molto attuale e porta a riflettere, domandandosi fino a che punto è sano condividere ogni lato della nostra vita. I personaggi, principali e secondari, potrebbero essere più caratterizzati, ma si lasciano comunque conoscere tramite le loro azioni. Ho trovato un po’ noiosa la parte iniziale, in cui l’autore si dilunga davvero tanto su Annie. Mi sarebbe piaciuto leggere qualche riga in più su Kalden/Ty; il suo personaggio mi ha incuriosita parecchio. Molto interessante è invece il progressivo cambiamento di posizione della protagonista, la sua evoluzione è da seguire fino alla chiusura. In conclusione, siamo di fronte ad un bel romanzo, ottimo per chi ama il genere distopico.

Tutti a dire che è distopico perché è una parola che suona facile e affascina... Il romanzo si muove da una prospettiva sociologica per ritrarre la propria contemporaneità usando l'arma dell'inventiva e dell'ironia. Questa, in sintesi, è la convincente lettura di Luca Briasco in "Americana", edizioni e/o.