Chiedi alla polvere di Robert Towne - Blu-ray
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Descrizione


A Los Angeles negli anni della Depressione il giovane Arturo Bandini, figlio di immigrati italiani, vive alla giornata sperando di riuscire a diventare uno scrittore. Quando Arturo incontra la bella Camilla, una cameriera messicana analfabeta che sogna di sposare un uomo ricco, nasce un amore impossibile.

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Dettagli

2006
Blu-ray
8032442215690

Informazioni aggiuntive

  • Moviemax, 2012
  • Videodelta
  • 117 min
  • Italiano (DTS 5.1 HD);Inglese (DTS 5.1 HD)
  • Inglese; Italiano per non udenti
  • 1,85:1 Wide Screen
  • dietro le quinte (making of): (8'); interviste: interviste al cast; cortometraggio: "Dediche d'amore" di Alessandro Merluzzi (11'); trailers; spot tv

Valutazioni e recensioni

  • maria de stefano

    Leggendo il libro di Fante, non si può rimanere indifferenti di fronte a pagine così intense, intrise di vita e di passione, guardando il film , già dalle prime immagini, si capisce che manca l'anima, il respiro che ti attanaglia dalla prima all'ultima pagina. Il racconto di Fante è perfetto, ci sono tre personaggi determinanti:Arturo Bandini, che sogna di diventare scrittore e s'innamora di Camilla, cameriera messicana che a sua volta ama, non ricambiata, Sammy il barista, americano e che anche lui sogna di diventare scrittore, ma non ha il talento di Bandini. In questo intreccio, Fante ha composto il suo capolavoro, Towne ha rovinato tutto. Intanto non si capisce cosa ci stia a fare Sammy nel film, il suop ruolo è poco più di una comparsa e non è nemmeno ben definito,la scena del bar, del primo ioncontro tra Arturo e Camilla, cerca di essere fedele al romanzo, ma il risultato è imbarazzante, anche la scena del bagno nell'oceano è ridicola, tra l'altro viene tagliata la parte più bella; dopo il bagno i due si fermano sulla spiaggia e Arturo è posseduto dal desiderio di lei "desiderio senza passione" e non riesce a combinare niente, e non ci riuscirà nemmeno in seguito. Ecco, qui sta la forza del racconto, gli scontri tra i due, gli insulti, lei che lo cerca per dimenticare Sammy, che lo cerca perchè Arturo la porti da lui, nel deserto, lei che fuma marijuana, lui che cerca di salvarla.Invece il regista ci propina una storiella d'amore all'acqua di rose, non c'è emozione, non c'è tensione, tutto si appiattisce nella banalità, le immagini sono frammentarie, non sono ben collegate tra di loro;La scena del terremoto, ad esempio, nel film è appena accennata e non si capisce nemmeno perchè il regista abbia deciso di mettercela, mentre nel libro, oltre a far tremare lòa terra, Fante crea anche il terremoto interno di Arturo; è appena andato a letto con una donna e la sua educazione cattolica gli fa scattare un terribile senso di colpa, pensa di dover essere punito per il suo peccato, entra in chiesa e si mette a pregare e a chiedere perdono a Dio. Poi, nemmeno un accenno alla mamma,non dimentichiamo che Arturo va a Los Angeles con il suo sogno in tasca, lasciando il Colorado e la sua famiglia. Un vero peccato, un consiglio, leggete il libro, io l'ho letto 4 volte e ogni volta mi piace sempre di più

  • luigi biler

    Leggendo il libro di Fante, non si può rimanere indifferenti di fronte a pagine così intense, intrise di vita e di passione, guardando il film , già dalle prime immagini, si capisce che manca l'anima, il respiro che ti attanaglia dalla prima all'ultima pagina. Il racconto di Fante è perfetto, ci sono tre personaggi determinanti:Arturo Bandini, che sogna di diventare scrittore e s'innamora di Camilla, cameriera messicana che a sua volta ama, non ricambiata, Sammy il barista, americano e che anche lui sogna di diventare scrittore, ma non ha il talento di Bandini. In questo intreccio, Fante ha composto il suo capolavoro, Towne ha rovinato tutto. Intanto non si capisce cosa ci stia a fare Sammy nel film, il suop ruolo è poco più di una comparsa e non è nemmeno ben definito,la scena del bar, del primo ioncontro tra Arturo e Camilla, cerca di essere fedele al romanzo, ma il risultato è imbarazzante, anche la scena del bagno nell'oceano è ridicola, tra l'altro viene tagliata la parte più bella; dopo il bagno i due si fermano sulla spiaggia e Arturo è posseduto dal desiderio di lei "desiderio senza passione" e non riesce a combinare niente, e non ci riuscirà nemmeno in seguito. Ecco, qui sta la forza del racconto, gli scontri tra i due, gli insulti, lei che lo cerca per dimenticare Sammy, che lo cerca perchè Arturo la porti da lui, nel deserto, lei che fuma marijuana, lui che cerca di salvarla.Invece il regista ci propina una storiella d'amore all'acqua di rose, non c'è emozione, non c'è tensione, tutto si appiattisce nella banalità, le immagini sono frammentarie, non sono ben collegate tra di loro;La scena del terremoto, ad esempio, nel film è appena accennata e non si capisce nemmeno perchè il regista abbia deciso di mettercela, mentre nel libro, oltre a far tremare lòa terra, Fante crea anche il terremoto interno di Arturo; è appena andato a letto con una donna e la sua educazione cattolica gli fa scattare un terribile senso di colpa, pensa di dover essere punito per il suo peccato, entra in chiesa e si mette a pregare e a chiedere perdono a Dio. Poi, nemmeno un accenno alla mamma,non dimentichiamo che Arturo va a Los Angeles con il suo sogno in tasca, lasciando il Colorado e la sua famiglia. Un vero peccato, un consiglio, leggete il libro, io l'ho letto 4 volte e ogni volta mi piace sempre di più

Conosci l'autore

Foto di Robert Towne

Robert Towne

1934, Los Angeles, California

"Sceneggiatore e regista statunitense. Scrittore (e occasionalmente interprete) di molte produzioni a basso budget di R. Corman, inclusi L'ultima donna sulla terra (1960) e La tomba di Ligeia (1965), si segnala nel decennio successivo come sceneggiatore di punta a Hollywood, grazie anche alla sua collaborazione (non inclusa ufficialmente nei crediti) a scene chiave di Gangster Story (1967) di A. Penn e Il Padrino (1972) di F.F. Coppola, che mettono in luce il suo genio. A lui si devono le sorprendenti sceneggiature di L'ultima corvée (1973) di A. Ashby, Chinatown (1974) di R. Polanski, e Shampoo (1975), ancora di Ashby, regista tra i più congeniali al suo stile tagliente. Famoso e infallibile come script doctor, rielabora inoltre scene di film come Il maratoneta (1976) di J. Schlesinger e...

Foto di Colin Farrell

Colin Farrell

1976, Castleknock

"Propr. C. James F., attore irlandese. Dopo aver studiato recitazione a Dublino, inizia a guadagnare notorietà in patria con alcune interpretazioni per la televisione. Aria da macho e sguardo spesso sospeso fra l’ironia e la provocazione, raggiunge il successo sul grande schermo con il ruolo del ribelle e indisciplinato soldato Bozz in Tigerland (2000) di J. Schumacher. Tra le sue successive interpretazioni si ricordano l’ispettore del Dipartimento di Giustizia che in Minority Report (2002) di S. Spielberg apre un’indagine per verificare l’efficacia dello speciale corpo di polizia «Pre-Crimine», l’avversario dell’eroe in Daredevil (2003) di M.S. Johnson, e soprattutto il controverso Alessandro Magno nel kolossal Alexander (2004) di O. Stone. Nel 2005 è il conquistatore John Smith nel poema...

Foto di Salma Hayek

Salma Hayek

1966, Coatzacoalcos, Veracruz

Propr. S. Valgarma H. Jiménez, attrice messicana. Figlia di un uomo d'affari libanese e di una cantante lirica messicana, dopo gli studi inizia a lavorare nelle telenovela diventando in breve una delle attrici più popolari del suo paese. Nei primi anni '90 parte per Los Angeles ed esordisce sul grande schermo con una parte di sfondo in Mi vida loca (1994) di A. Anders. Il successo arriva però con i film di R. Rodriguez che ne esaltano il fascino bruno e sensuale: dal violento Desperado (1995), seguito di El Mariachi (1992) con A. Banderas, al grottesco Dal tramonto all'alba (1995). Tra le sue successive interpretazioni Mela e Tequila - Una pazza storia d'amore con sorpresa (1997) di A. Tennant, in cui ottiene il suo primo ruolo da protagonista, e Wild Wild West (1999) di B. Sonnenfeld. Nel...

Foto di Donald Sutherland

Donald Sutherland

1935, Saint John, New Brunswick

Donald Sutherland è stato un attore canadese, vincitore del Premio Oscar onorario alla carriera nel 2018. Dopo la laurea in ingegneria, emigrato a Londra, intraprende la carriera nel mondo dello spettacolo. Calcato con successo il palcoscenico, esordisce sul grande schermo agli inizi degli anni '60. Alto, dinoccolato, freddi occhi azzurri, faccia cavallina, dopo i primi film commerciali (quasi tutti horror), si fa notare nel ruolo di Vernon Pickey nel guerresco Quella sporca dozzina (1967) di R. Aldrich. Le pellicole successive fanno emergere la grande professionalità e un notevole talento eclettico che gli consente di spaziare dal registro drammatico a quello comico. È il chirurgo burlone di un ospedale da campo nel graffiante m.a.s.h. (1969) di R. Altman, austero detective...

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