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1966 - Festival di Cannes - Palma d'oro (miglior film)
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Il primo approccio con il cinema di Antonioni mi lascia quantomeno spiazzato. La bellezza di certi movimenti di macchina (lui che scatta foto al parco, la camera montata sulla macchina che lo segue per la città, ...) è indiscutibile, così come la straordinaria rappresentazione di quella che era Londra, e le sue correnti, in quegli anni;a questo però fa da contraltare qualche passaggio a vuoto, qualche lentezza di troppo dovuta, per me, all'eccessiva cripticità di certe scelte che ha il suo picco massimo proprio con il punto focale del film, cioè sulla realtà/irrealtà delle immagini catturate dall'obiettivo della macchina fotografica che non ha avuto su di me l'appeal sperato. Per finire dico che di sicuro è un film evocativo e ricco di fascino ma che non è riuscito del tutto nel suo tentativo di conquistarmi.
Senza troppi dubbi. Il film mi è piaciuto e voglio darne un feedback generativo; ho pertanto riscontato quelli che a mio avviso sono i seguenti punti di forza: 1) fantastici i titoli di testa, rappresentativi di quello che sarà poi lo stile dei favolosi '70; 2) interessantissimo come nella prima metà del film, Antonioni diriga Thomas, che a propria volta sembra replicare sulle modelle che posano per lui (la percepisco come una sorta di regia sulla regia); 3) Thomas è il classico artistoide che ricerca l'istallazione a tutti i costi. In questo caso mi è piaciuto; 4) Thomas è in costante moto perpetuo, la cosa mi è arrivata e l'ho condivisa; 5) il film è di per sè stesso decisamente evocativo; 6) scena finale dicotomica e per ripetermi assolutamente evocativa. Questi, a mio avviso, i principali punti di forza del film, che ripeto nel complesso ho trovato ottimo.
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