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Ogni singola scena, ogni musica, ogni dialogo di questo film è un brivido! Storia ad alti livelli, basata sull'omonimo libro di Irwine Welsh (che appare in un breve cameo), questo film rientra a pieno titolo nella categoria dei classici della cinematografia! Uno dei cult più celebrati e riconosciuti a livello mondiale, con un giovane Ewan McGregor già in gran forma, e con ancora davanti una carriera ad alti livelli!
Uno dei film manifesto della gioventù scozzese degli anni '90. Racconta con crudeltà profonda ma necessaria la vita di un gruppo di amici schiavi delle droghe, mostrando al meglio le conseguenze di uno stile di vita distruttivo per loro stessi e per i loro cari. A fare da contorno ad una recitazione magistrale da parte di Ewan McGragor, Jonny Lee Miller e Robert Carlyle una regia ed una colonna sonora memorabile, con canzoni ormai diventate un manifesto di una generazione. Film dai contenuti pesanti, ma senza dubbio da inserire nella lista dei film da vedere almeno una volta nella vita.
Un film dall’humour nerissimo e che a metà dei ‘90 cercò di parlare a una certa generazione di giovani scozzesi; che narra la vita ai margini di un gruppo di tossicodipendenti, eroinomani e alcolizzati; sì, perché non tutti si fanno, ma tutti sono di certo personaggi di una nicchia che si è volontariamente esclusa dalla normalità: “Il frigo, l’auto nuova, il cibo al microonde, la tv con schermo ultrapiatto e le vacanze nei resort”. Personaggi ai margini con i loro rituali e le loro fobie, per il lavoro, per la ricerca del sesso e la paura di crescere cercando di abbandonare le facili panacee fornite dalla droga. Danny Boyle, alla sua prima pellicola di successo ma nata come un piccolo film artigianale, raggruppò un insieme di nuove promesse del cinema d’oltre manica, le rinchiuse in una serie di riti da ‘onesti tossici’, come ama definirli la voce narrante di Mark Renoton, con i loro rituali di sballo e con i loro tentativi, a volte riusciti a volte no, di disintossicarsi in modo improvvisato, salvo ricadere nei medesimi errori per la paura della grigia normalità. Costringendoli a calarsi nei rispettivi ruoli e al tempo stesso rovinando per venti anni il rapporto di amicizia che lo univa al protagonista, e in seguito super star hollywoodiana: Ewan ‘Renton’ McGregor. Solamente adesso Begbie, Renton, Spud e Sick Boy, con carriere chi più chi meno fortunate, Robert ‘Begbie’ Carlyle su tutti, a parte il già citato McGregor, hanno potuto finalmente tornare assieme sul grande schermo per il naturale sequel, prima letterario e ora cinematografico, di questa prima pellicola passata inizialmente in sordina e che ancora oggi pare sopra le righe ma che come diceva lo stesso Irvine Welsh, autore sia del primo sia del secondo romanzo, e nel primo film presente nel ruolo di uno spacciatore cui fare visita come se ci si recasse presso lo studio di un medico: “Il sequel è stato possibile e per me anche migliore della pur eccellente prima pellicola” e se lo dice lui, c’è quasi da crederci.
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