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Documentario in lingua inglese molto istruttivo sugli orsi,creato da un uomo che amava questi animali e che a un certo punto della sua vita ha sentito il bisogno di vivere nel loro fantastico habitat naturale(si possono ammirare infatti anche i paesaggi suggestivi.),creando piano piano un contatto mai visto prima tra uomo e orso..Li ha osservati studiandone il comportamento,i loro legami,le loro famiglie per tanti anni..Purtroppo questa storia non é a lieto fine ma ha comunque un grande insegnamento morale...
Ma si può? E che diamine! Metti che nasci in Florida, a 19 anni ti trasferisce a Los Angeles per fare l'attore (strano), poi però il fatto di essere arrivato secondo per una parte in una sit-com (CìN-CìN) a favore di woody harrelson ti provoca un trauma insanabile che ti lancia nella droga/alcohol. Woody harrelson, vabbé, mica Pippo Franco. Uno che tutto sommato poi ha avuto una carriera piuttosto dignitosa. Poi a un certo punto vai in overdose e non si sa perché, uscito dal coma, senti il bisogno di diventare un orso. E allora vai in Alaska e dai tutto per la causa dei plantigradi: proteggere a costo della propria vita, quella degli orsi (purtroppo non è chiaro il passaggio che va dal letto d’ospedale alla tenda in Alaska accanto alla tana dei Grizzly). Questa, in buona sostanza, la vita di Timothy TreadWell. Per carità, causa nobilissima, ma c'è un piccolo particolare: il posto che ha scelto per condurre la sua battaglia è un'oasi incontaminata, area già ultraprotetta, dove una comunità di 3500 esemplari di grizzly, stipati come aringhe, prospera beatamente, senza che nessuno disturbi loro il karma. Cioè, non c'è altro essere vivente sul pianeta che se la passa bene come quei chiapponi pelosi di quell’isola, Kodiak, ma Timmy nonostante tutto sente l'urgenza di proteggerli. Sarebbe come trasferirsi sul Gran Paradiso per difendere le marmotte, o volare in Jamaica per lottare contro il proibizionismo. E poi Timmy si convince che ogni orso sia suo amico, mentre ogni tanto qualcuno di quei bestioni al massimo lo fissa con sguardo ottuso e continua a farsi i fatti propri senza calarselo minimamente. Emblematico quello che dice l'inuit intervistato: "Timothy Treadwell è un idiota sesquipediale, perché non gli si può fare servizio peggiore a quegli orsi, che abituarli alla presenza umana". Ecco, dopo 13 anni di barricate contro nessuno, un orso si rompe le scatole e se lo mangia, e di contorno si mangia la sua fidanzata. Effetto? L'orso viene abbattuto. Ottimo lavoro, Tim! Se questo non è il genio del millennio... Per capire guesto film non bisogna concentrarsi sugli animali pelosoni. Né sui grizzly, né sulle volpine simpatiche. Gli animali non c'entrano, al posto degli orsi rognosi ci poteva esse qualunque altra cosa che ossessionasse il povero Tim, e la sostanza non cambiava. Questo è un film sulla paranoia, sulla pazzia, su come una mente debole si rifugi in mondi immaginari per reazione a traumi. Gli orsi sono l'equivalente dei libretti di preghiere dei fondamentalisti islamici/protestanti/cattolici o altre fisse più “stilose” di tanta altra gente. Tim (pace all'anima sua), girava su se stesso. Degli orsi, come dimostrano alcuni intervistati, aveva capito molto poco, come forse io di questo film. Sì, ci sono scenette ultramelense, con le volpi o i cuccioli d’orso, Ma questo è un horror!!! Come ha detto ghezzi, questo è un Blair Witch Project fatto bene. Quello che amo di HErzog, e di questo documentary, è proprio l'immagine che riesce a dare di una realtà popolata da BESTIACCE ("quello che vedo in questi sguardi d’orso non è altro che l'overwhelming indifference of nature...e il totalizzante, meccanico ed esclusivo bisogno di cibo)...e questa pura verità vibra su una lunghezza d'onda talmente lirica, talmente poetica, da creare un contrasto che ferisce. Il pover timotyno treadwell , era un disadattato-tipo di quest’epoca di mezzo, coi paraocchi,bipolare e sciocco..ma a forza di vivere in quei paesaggi, alcuni grani di bellezza assoluta è riuscito pure a filmarli. Quando si fa un documentario montando del materiale d'archivio c'è bisogno di selezionare il materiale in modo che alla fine il montaggio abbia un senso. Grizzly Man sembra completamente sceneggiato, anche se il tutto è accaduto realmente. Finalmente, c’è da dire che siamo difronte a un, senza mezze misure, C-A-P-O-L-A-V-O-R-O A-S-S-O-L-U-T-O. Il più bel documentario che io abbia mai visto. Forse una delle tre migliori opere del gran poliedrico artista inqualificabile che è Werner Herzog. Non sembra nemmeno un documentario talmente è incredibile e drammatica la costruzione del racconto.
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