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2010 - Nastri d'Argento Miglior Attrice Protagonista Sandrelli Stefania
2010 - Nastri d'Argento Miglior Attrice Protagonista Ramazzotti Micaela
2010 - David di Donatello Miglior Attrice Protagonista Ramazzotti Micaela
2010 - David di Donatello Miglior Attore Protagonista Mastandrea Valerio
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Per la prima volta il regista pare finalmente un autore 'adulto', dopo una carriera in costante crescita contraddistinta da opere all'insegna del presente (Ferie d'agosto) e soprattutto del futuro (Ovosodo, My name is Tanino, Caterina va in città): ed ora Virzì abbraccia il passato, soprattutto nei termini di riconciliazione con sè stessi e con i valori famigliari, con le proprie amate/odiate radici. Bruno è un personaggio straordinario e Mastandrea merita un monumento per la caratterizzazione; quasi agli stessi livelli arriva la Valeria della Pandolfi, mentre il mestiere colma le lacune di personaggi pur fondamentali come la madre adulta (Sandrelli) ed il suo neo-sposo (Messeri); brava perfino la Ramazzotti, che finora non aveva lasciato grandi tracce nei film cui aveva preso parte. Sceneggiato da Virzì e Bruni (assidui collaboratori) e da Francesco Piccolo (già in Tanino, ma anche nel Caimano e in Ovunque sei), La prima cosa bella riproduce un'ansia esistenziale a tratti straziante grazie a momenti riusciti (il rapporto fra i fratelli) e ad alcuni colpi bassi (clichè come la madre morente o i ricordi dell'adulto che rivaluta la propria infanzia) comunque mai smaccatamente patetici. Come potevasi intuire, non c'è un vero lieto fine, ma il suggerimento è evidente: ciò di cui è giusto e necessario essere lieti è quel senso di continuità che ci lega al nostro passato, alle persone care, a chi abbiamo avuto vicino nei momenti cruciali della nostra vita, anche in vista di un futuro luminoso, o, parafrasando una battuta-cardine messa in bocca a Bruno/Mastandrea, di una vita da imbecille, ma non da persona normale, che è decisamente peggio. Musiche del fratello del regista che, senza esagerare, sfiorano le atmosfere dei lavori (belli) di Piovani.
Ecco il gusto dolce amaro che solo la commedia all'italiana sa offrire. Anche se Virzì mi ha deluso in questa pellicola, che, a mio avviso, non riesce ad indagare come al solito i suoi personaggi. Non mancano però alcuni siparietti simpatici e alcune scene coinvolgenti.
Non sono ancora pronta, vorrei rivederlo,ma non sono ancora pronta. Nessun film mai mi ha scossa, emozionata come questo. Ci sono momenti in cui non son riuscita a trattenere non dico le lacrime ma i singhiozzi: ti rimescola le emozioni, i ricordi, i pensieri. Forse perchè in qualche modo ci si rivede in quei rapporti, in quelle difficoltà di dialogo e ci si rende conto che a volte è troppo tardi.Il rischio poteva essere quello di cadere nel tragico, nella pesantezza dei dialoghi e invece no,si piange ma si ride anche molto. Virzì è uno dei migliori registi che conosca, riesce ad unire emozione,descrizione dell'animo umano, ironia, battute e situazioni comicissime nello stesso film. Mastandrea è immenso, la Ramazzotti una piacevole sorpresa,la Sandrelli perfetta in un ruolo difficile.
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