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La protagonista è Giulia, una donna in carriera (interpretata dalla bellissima L. Solari), costretta a tornare al paesello in cui è nata, in Puglia, per risolvere il problema della casa ereditata dalla vecchia zia, una masseria dove vivono un cugino un po’ scemo e un bel fattore (R. Bova). Determinata a vedere tutto in pochi giorni Giulia si trova invece invischiata in una fitta trama di relazioni, affetti, equivoci. L’idea non è originale, anzi è proprio banale. La trama non è così credibile, anzi, a tratti è assolutamente poco probabile. I due protagonisti non sono grandissimi attori, anzi, rispetto a molti comprimari sono scarsini. Ma… Ma inizia a sorridere quasi subito e poi non si smette più fino alla fine: al massimo ogni tanto ci si interrompe per ridere proprio. La sceneggiatura è frizzante, ricca di idee, gli attori sono simpatici, i dialoghi funzionano e tutto scivola via senza presunzioni. Nessuna pretesa di essere più di una commedia brillante. Nessuna metafora da interpretare. Nessun messaggio ecologista. Nessuna nostalgia per i valori dimenticati. Novanta minuti di semplice e gradevolissimo divertimento senza bisogno di ricorrere a volgarità o esagerazioni.
Paolo Genovese dirige la regia di un film godibile e divertente; la semplicità della trama riesce a far passare una serata piacevole agli spettatori che non si aspettano un film intellettuale ma che sanno godere di uno spaccato di società pugliese ironico e coinvolgente. Gli attori principali, Raoul Bova e Liz Solari nei ruoli di Renzo e Guia, rischiano perfino di passare in secondo piano oscurati dalla bravura dei tanti personaggi “secondari” che popolano l’universo di questo film: Nerì Marcore interpreta ottimamente Pino, fornendo spunti di ilarità e tenerezza, Emilio Solfrizzi e Sergio Rubini, proprietari di due bar adiacenti e quindi rivali, sono esilaranti nel loro quotidiano scontrarsi, Sabrina Impacciatore eccezionale schiava degli incontri da social network che si tramutano sempre in disfatte e Nino Frassica mungitore di mucche dalla battuta facile. La trama seppur a tratti scontata e poco realistica non influisce negativamente su un film capace di far sorridere per un’intera ora e mezza, fatto non trascurabile; inoltre, il surreale lieto fine è adatto alla leggerezza di un film che non tralascia momenti di riflessione sul quotidiano.
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