Circal de giudéizi. Santarcangelo di Romagna nell'esperienza culturale del secondo dopoguerra. Cinema e televisione (E')
“Santarcangelo. Inizio degli anni quaranta. Un gruppo di giovani discute di poesia di fronte alla Casa del fascio. Il poeta oggetto del contendere e’ Gabriele D’Annunzio. Passa Tonino Guerra e apostrofa: ma che D’Annunzio! Leggete Montale! Bisogna leggere Montale! Sulla domanda senza risposta: chi e’ Montale? la discussione termina e il gruppo, mestamente si scioglie. Qualche giorno dopo Raffaello Baldini, uno di quelli che parlavano di D’Annunzio, va da Guerra e gli chiede se ha qualcosa di sto’ Montale. Tonino gli allunga una copia degli “Ossi di seppia” e, in seguito, una delle “Occasioni”. Lello impara a conoscere Montale e incontra, per la prima volta – parole sue – un poeta del quale non doveva fare il riassunto in prosa il giorno dopo a scuola, un poeta non in antologia ma nella versione integrale di un suo libro. L’aneddoto, raccontato da Lello Baldini con l’estro che lo contraddistingue restituisce in maniera efficace il clima della Santarcangelo di quegli anni. Gli anni in cui si formo’ il cosiddetto “Circal de giudeizi” (Circolo del guidizio). Ovvero un gruppo di giovani intellettuali che in seguito si distensero in diversi campi artistici…”. (dal Cap.1: “Due o tre cose che so di loro”)
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Anno edizione:2000
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In commercio dal:1 gennaio 2000
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