Attraverso le avventure di Perelà, un omino fatto di fumo e nato da un camino che per la prima volta entra in contatto con la società degli uomini, Palazzeschi ci offre uno spaccato della società che colpisce per la sua modernità. Nell’ipocrisia e nella volubilità degli uomini possiamo ritrovare i difetti del nostro tempo ed in particolare la nostra incapacità di giudicare obiettivamente, senza farci influenzare dalle opinioni altrui. Il tutto condito da uno stile accattivante che conquista il lettore e lo tiene incollato alla pagina. Una lettura piacevole che fa riflettere.
Il codice di Perelà
"Strano destino quello del "Codice di Perelà": uno dei vertici assoluti della narrativa italiana del Novecento, eppure destinato a tutt'oggi a rimanere un capolavoro per 'happy fews'; anche se l'autore stesso nel 1958 non aveva mancato di dichiarare senza ambagi la sua predilezione per l'opera: "Perelà è la mia favola aerea, il punto più elevato della mia fantasia". Se da una parte va considerato un esempio precoce di antiromanzo, dall'altra va letto come una favola allegorica: allegoria di una società e allegoria dell'impossibile opera di salvazione universale tentata, con la sua sola presenza e come 'malgré lui', dal protagonista, Perelà, l'uomo di fumo. Non per niente l'opera ricalca in alcuni punti salienti la vita di Cristo. Favola allegorica; romanzo ermetico che preclude gelosamente il proprio segreto; farsa, opera buffa, romanzo aperto, antiromanzo; opera impegnata sia pure indirettamente con le tensioni sociali del proprio tempo; libera fantasia poetica: coi suoi diversi piani e i molteplici suoi elementi, "Il Codice di Perelà" sembra respingere le interpretazioni onnicomprensive. Ma solo queste saranno all'altezza di un romanzo così vario, ricco e profondo: un libro che non smette di crescere col tempo che lo separa dalla sua apparizione." (Dallo scritto di Luciano De Maria)
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Autore:
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Anno edizione:2012
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Alessia Ali' 09 marzo 2017
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Mi sono avvicinata a Palazzeschi solo grazie ad un esame universitario, altrimenti credo che non avrei mai scelto autonomamente di leggere qualcosa di suo. Invece è stata una piacevole scoperta. Perelà, uomo di fumo, piomba in una città-regno dove è prima osannato da tutti, poi, dopo un minimo errore, ripudiato e recluso. La sua unica colpa? La leggerezza. Leggerezza che si contrappone ai pregiudizi, ai preconcetti e alle convinzioni della nostra società, rappresentata ironicamente da uno scherzoso Palazzeschi. C'è da aspettarsi non una narrazione convenzionale ma una lunga serie di dialoghi: la struttura teatralizzante è un escamotage che l'autore utilizza per sottolineare la futilità del chiacchiericcio, tipico delle società inconsistenti.
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