“Anna pensò che avrebbe voluto fuggire, mollare tutto e andarsene lontano, come aveva fatto già due volte, prima verso Milano e poi in direzione Bologna” I traumi e il dolore che Anna Merisi si porta dentro assumono le sembianze di una bestia i cui artigli le lacerano la carne. Lei ha imparato a domare la belva ed a sfogare la sofferenza lottando nei combattimenti corpo a corpo. “L’anima è una parola, è un concetto” e la nostra aura ha un colore: Anna è evidentemente circondata dal rosso, dal fuoco che scalda ma, spesso, brucia e lascia il segno. È tornata nella sua Bologna dopo anni trascorsi a Milano, ha aperto una agenzia investigativa ed è stata ingaggiata dal marito di Paola Marini, brutalmente uccisa nella loro casa, perché sicuro che la moglie avesse un amante. Anna nel corso dell’indagine sarà costretta a prendere decisioni che la coinvolgeranno direttamente, farà molti sbagli, compirà passi falsi soprattutto per la paura di farsi male. Gioco forza, per trovare la soluzione, dovrà fare pace con il passato e imparare a guardare al futuro con maggiore serenità. L’ investigazione riserva non poche sorprese e colpi di scena che ben reggono la trama del giallo, molto intrigante soprattutto per la spiccata differenza caratteriale che lo scrittore attribuisce ai vari personaggi, all’accezione positiva dei personaggi femminili rispetto a quelli maschili. Ciò che però caratterizza questo libro è l’evidente omaggio a Lucio Dalla, alle sue canzoni, un tributo a quello che il grande cantautore ci ha lasciato, dalle parole senza tempo fino all’immenso amore per la sua Bologna. Chiudo con una frase che Anna avrebbe potuto ben pronunciare: “A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io”
