Ho preso libro per caso, guardando la copertina e leggendo la trama mi sembrava invitante. Leggendo non posso dire che è un libro bellissimo ma posso dire che è un libro strano ed è carino.
Scritto tra Capri e Sorrento nel 1938, "Il colpo di grazia" evoca un episodio di guerra civile avvenuto in Curlandia all'epoca dei putsch tedeschi contro il regime bolscevico, intorno al 1919-21. È una vicenda autentica, riferita all'autrice da un intimo amico del protagonista maschile. Romanzo di sottile, sconcertante ambiguità, "Il colpo di grazia" chiama il lettore a collaborare per sottrarre gli avvenimenti narrati da Eric von Lhomond, e specialmente l'immagine che egli propone di sé, a una deformazione che s'inscrive interamente nei rapporti complicati dell'amore e dell'odio. Eric è un aristocratico che patisce la sconfitta della Germania come il crollo del mondo materiale e ideologico in cui si è formato: non gli resta che difendere il castello in cui vive con un amico, Conrad de Reval, e la sorella di questi, Sophie. Il dramma che si svolge fra i tre personaggi, e che si concluderà con un evento tragico dovuto alla ferocia delle guerre partigiane, ricalca l'aneddoto della donna che si offre e dell'uomo che si nega per attaccamento all'amico. Ma il tema centrale del libro è la solidarietà di destino tra esseri sottoposti alle stesse privazioni e agli stessi pericoli, un'intimità e somiglianza più forti dei conflitti della passione carnale o della fedeltà politiche, più forti persino dei rancori del desiderio frustrato o della vanità ferita.
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Edizione:16
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mary 06 gennaio 2022
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Enrico Caramuscio 03 settembre 2015
Nel bar della stazione di Pisa, in attesa del treno che lo riporterà in Germania, il bel quarantenne Eric von Lhomond lotta contro il sonno a colpi di storielle e di ricordi. La memoria torna indietro di quindici anni e si inoltra faticosamente tra gli intricati episodi della lotta antibolscevica in Livonia e Curlandia, “quell’angolo di guerra civile che ora divampava all’improvviso, ora si trascinava e si complicava a tradimento, simile a un fuoco male spento o a una malattia della pelle.” Il protagonista si ritrova in quest’angolo sperduto d’Europa, nel castello di Kratowice, a fronteggiare l’Armata Rossa fianco a fianco con il compagno e fraterno amico Corrado e a difendersi dagli attacchi della sorella di quest’ultimo, Sofia, innamorata di lui. La ragazza, il cui animo è segnato da un crudele episodio di violenza carnale, esterna esplicitamente i suoi sentimenti per Eric ma si vede continuamente respinta, maltrattata, oltraggiata. Ad ogni rifiuto, ad ogni dimostrazione di avversione da parte dell’amato, Sofia sprofonda un gradino più in basso fino a passare dalla totale innocenza all’abbruttimento completo, trasformandosi in maniera quasi teatrale a colpi di rimmel, di zigomi rossi e sporgenti, di calze di seta, di danze selvagge al suono di un grammofono stridente, di rischiose passeggiate nella zona del fuoco e di amanti occasionali. I suoi tentativi di sedurre Eric hanno però nei confronti dell’amato l’effetto contrario, degradandola ai suoi occhi e ponendola al più infimo livello di bassezza sensuale. “Perché le donne vanno sempre ad invaghirsi degli uomini che non sono loro destinati, costringendoli così a scegliere fra lo snaturarsi e il detestarle?” L’epilogo sarà tragico e la donna saprà trovare una maniera crudele, struggente e definitiva per attuare la sua vendetta sul protagonista. Marguerite Yourcenar entra nella mente di un personaggio antipatico, cinico e disincantato che, in questa sorta di confessione, sembra riconoscere il suo vuoto affettivo interiore, la sua paralisi sentimentale che non permette al suo cuore di provare altro legame che non sia l’amicizia o il senso del dovere. Un’incapacità di amare che, per sua stessa ammissione, non gli permettere di cogliere le belle occasioni che la vita gli offre. L’autrice propone un’analisi cruda ma profonda del rapporto tra uomo e donna, aiutata dalla narrazione in prima persona e stimolata da una prosa di prim’ordine e dal vivace incedere della narrazione. Il rapporto tra Eric e Corrado è magistralmente tenuto in bilico tra un dichiarato legame di amicizia fraterna e qualcosa che potrebbe avvicinarsi ad una vera e propria relazione omosessuale che si legge tra le righe, che aleggia nell’aria, che viene volontariamente lasciata alla discrezione e alla sensibilità del lettore. La parte storica è appena accennata e lascia trasparire una visione politica antibolscevica, restando comunque poco invadente e lasciando spazio ad una vicenda privata fredda, spietata, dissacrante ma capace comunque di generare nel cuore del lettore un tumulto di emozioni e di ammaliarlo con il suo alto valore letterario.
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GIOVANNA BIANCO 30 luglio 2011
Un uomo che confessa la propria storia con una freddezza e una lucidità quasi crudeli. Una storia di amore e disperazione e di morte senza speranza.Come tutti i libri della Yourcenar da leggere con attenzione.
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