Salve, ecco parte della mia recensione pubblicata in internet. Accompagniamo Antonia in un viaggio che fa dei ricordi le sue tappe, e della morte la meta ultima, quasi inevitabile, per quel sentirsi troppo inadeguata alla vita, per quell’eccessiva linfa vitale che urta la dura corteccia esterna, fino a spaccarla, facendo cozzare l’«abbaglio estremo» con la vera luce. Il ribellarsi alle apparenze e agli schemi rigidi imposti dalla borghesia scatena interiormente terremoti di pensieri, l’alienarsi in universi paralleli dove a reggere il timone è la poesia: «Non ho mai smesso di portare dentro di me la vergogna e l’orgoglio di essere poeta». In Antonia c’è un’innata ferita inguaribile, sempre sanguinante, tamponata da gioie caduche ed impotenti dinanzi alle increspature dell’animo. Questi, rigettate le superficialità mondane, sosta, grazie alla poesia, in una dimensione sovrannaturale cercando di «afferrare un barlume di completezza». Ci muoviamo al confine tra realtà e sogno, tra terra e cielo, dove la pelle è carta bianca e i nelle parole emerse da un cancro inabissato. Denise Tammaro.
Come le vene vivono del sangue. Vita imperdonabile di Antonia Pozzi
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Molto è già stato detto su Antonia Pozzi, ragazza "imperdonabile" che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato più di trecento poesie, numerose lettere, pagine di diari e circa tremila fotografie, e la cui figura è oggetto di una straordinaria riscoperta di pubblico e di critica. Eppure c'è sempre, quando si parla di lei, l'impressione di qualcosa di incompiuto. Come se la "troppa vita" che le scorreva nel sangue non si sia mai voluta lasciare decifrare fino in fondo. Come se ci fosse sempre troppo da dire e nello stesso tempo un'urgenza di silenzio avesse costantemente percorso lei e le persone che le stavano accanto. Per raccontare questo personaggio complesso, profondo e a tratti enigmatico, che ha attraversato gli anni Trenta con intelligenza e passione, sofferenza e determinazione, Gaia De Pascale ha scelto la via del romanzo. Il libro dà la parola alla stessa Antonia, scavando nell'animo della protagonista e restituendo le persone, i luoghi e le atmosfere di un tempo cruciale sotto ogni punto di vista per la storia del nostro Paese. In bilico tra realtà e finzione, «Come le vene vivono del sangue» usa il verosimile come unico mezzo possibile per accedere al fondo segreto dell'esistenza di Antonia Pozzi, e rende omaggio a una figura femminile che ha saputo attraversare con la stessa profondità tanto la vita quanto la morte.
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Anno edizione:2018
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