Con la massima discrezione - Arnaldur Indriðason - copertina
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Letteratura: Islanda
Con la massima discrezione
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Descrizione

«Il maestro islandese del poliziesco.» - Le Monde des livres

«Un giallo superbo, scritto da un acclamato virtuoso del genere.» - Kirkus Reviews

«Indriðason descrive la quotidianità di chi vive ai margini. Spesso Konráð merita di essere trattato male, eppure non si può fare a meno di stare dalla sua parte. L'autore ha costruito la serie intorno a un antieroe che non nasconde il suo lato oscuro. Cosa si può chiedere di più?» - Morgunblaðið

«Un fenomeno letterario internazionale, ed è facile capirne il motivo. I suoi romanzi sono avvincenti, autentici, inquietanti e appassionati.» - Harlan Coben


Da giorni imperversa su Reykjavík una fitta nevicata che ha imbiancato tutto e non accenna a diminuire. In condizioni del genere è sconsigliato uscire, ma l’anziana donna che quella mattina si presenta alla centrale di polizia pensa di avere a che fare con una faccenda davvero importante. Fra gli oggetti del marito mancato da poco ha appena trovato una Luger degli anni Quaranta, nascosta dietro una cassetta degli attrezzi in garage. Non l’aveva mai vista prima, il marito non andava a caccia e non aveva motivo di possedere una pistola. La Scientifica non tarda ad appurare che si tratta dell’arma di un delitto commesso nel 1955 nel quartiere popolare dei Múlar, la cui vittima era un ventenne di nome Garðar. Tuttavia, non c’è nulla che colleghi il defunto a quell’omicidio. A chi apparteneva allora la Luger? Konráð si ricorda benissimo di avere visto un’arma identica fra le mani di suo padre... Tutti gli indizi portano a vecchie conoscenze del detective, criminali che hanno gestito e coperto per anni sordidi giri di pedofilia. Il cerchio si stringe attorno al colpevole e Konráð sente di essere a un passo dalla verità. Ma sarà una verità difficile da accettare.

Tropes e temi

Dettagli

2025
1 luglio 2025
352 p., Brossura
9788823535176

Valutazioni e recensioni

  • Baraclaus
    Anche meno Arnaldo, dai!

    Mi sono sempre piaciute le atmosfere del noir scandinavo, sin dai tempi di quel capolavoro che rimane Il senso di Smilla per la neve: va da sé quindi che il noir nordico mi calza a pennello. Questo non implica che tutta la produzione sia acriticamente bella, anzi, e ahimè Con la massima discrezione non ne è un fulgido esempio. Vero che la copertina scelta per la collana Guanda Noir è una delle più belle e suggestive del genere, ecco invoglia proprio alla lettura (lo sento, il coro di sottofondo: non si scelgono i libri dalla copertina!), ma Arnaldur Indridason mi ha confuso. Diciamo che la lettura scorre, forse fin troppo, scorre tanto veloce che non ci si accorge dei salti temporali, tanti salti temporali, forse fin troppi. Passato e presente, presente e passato, già non è semplice memorizzare quei nomi foneticamente e grafologicamente difficili, ma santo il cielo Arnaldo, avvisa quando siamo nella Reykjavíkurborg, regione Höfuðborgarsvæðið del XXI secolo o in un quartiere specifico della stessa nel 1957, perché, lo confesso, si fa un po’ di fatica a starti dietro. E sì che la sinossi faceva gola: questa vecchietta che riporta alla polizia, in una gelida e nevosa giornata invernale, una vecchia pistola Luger Parabellum risalente alla Seconda guerra mondiale, ritrovata a caso in casa dopo la morte del marito, probabilmente collegata a fatti del passato non ancora pienamente acclarati… consiglino non richiesto: se introduciamo l’oggetto Luger, evitiamo di introdurre il soggetto Luther, così evitiamo ulteriori scompensi spazio-temporali e cognitivi al povero lettore. Alla fine ci si arriva, tra una seduta spiritica, un farmaco letale che così letale non è, problemi di nordico alcolismo, contrabbando, amicizia, poliziotti corrotti, posti di blocco, militari USA, clochard, pedofili, pederasti, delinquenti, assassini, abusi domestici, espatriati, patriarcato in salsa islandese… olè! Anche meno Arnaldo, dai!

  • Baraclaus
    Anche meno Arnaldo, dai!

    Mi sono sempre piaciute le atmosfere del noir scandinavo, sin dai tempi di quel capolavoro che rimane Il senso di Smilla per la neve: va da sé quindi che il noir nordico mi calza a pennello. Questo non implica che tutta la produzione sia acriticamente bella, anzi, e ahimè Con la massima discrezione non ne è un fulgido esempio. Vero che la copertina scelta per la collana Guanda Noir è una delle più belle e suggestive del genere, ecco invoglia proprio alla lettura (lo sento, il coro di sottofondo: non si scelgono i libri dalla copertina!), ma Arnaldur Indridason mi ha confuso. Diciamo che la lettura scorre, forse fin troppo, scorre tanto veloce che non ci si accorge dei salti temporali, tanti salti temporali, forse fin troppi. Passato e presente, presente e passato, già non è semplice memorizzare quei nomi foneticamente e grafologicamente difficili, ma santo il cielo Arnaldo, avvisa quando siamo nella Reykjavíkurborg, regione Höfuðborgarsvæðið del XXI secolo o in un quartiere specifico della stessa nel 1957, perché, lo confesso, si fa un po’ di fatica a starti dietro. E sì che la sinossi faceva gola: questa vecchietta che riporta alla polizia, in una gelida e nevosa giornata invernale, una vecchia pistola Luger Parabellum risalente alla Seconda guerra mondiale, ritrovata a caso in casa dopo la morte del marito, probabilmente collegata a fatti del passato non ancora pienamente acclarati… consiglino non richiesto: se introduciamo l’oggetto Luger, evitiamo di introdurre il soggetto Luther, così evitiamo ulteriori scompensi spazio-temporali e cognitivi al povero lettore. Alla fine ci si arriva, tra una seduta spiritica, un farmaco letale che così letale non è, problemi di nordico alcolismo, contrabbando, amicizia, poliziotti corrotti, posti di blocco, militari USA, clochard, pedofili, pederasti, delinquenti, assassini, abusi domestici, espatriati, patriarcato in salsa islandese… olè! Anche meno Arnaldo, dai!

  •  Angelo
    La fine del ciclo di Konrad?

    Trama piena di rami da seguire e quindi un po' difficile da controllare. Il finale scioglie il nodo che assillava da sempre Konrad. I primi libri di Indridason erano migliori ma il livello resta ancora accettabile.

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Foto di Arnaldur Indriðason

Arnaldur Indriðason

1961, Reykjavík

Arnaldur Indriðason è uno scrittore islandese di romanzi polizieschi che hanno come protagonista il personaggio di Erlendur Sveinsson. Ha lavorato come giornalista indipendente e come critico cinematografico. Laureato in storia, ha scritto il suo primo romanzo nel 1997. Ha vinto numerosi premi fra i quali il Glasnyckeln e Gold Dagger. Tra i suoi romanzi pubblicati da Guanda: Sotto la città (2005), La signora in verde (2006), La voce (2008), Un corpo nel lago (2009), Un grande gelo (2010), Un caso archiviato (2010), Un doppio sospetto (2011), Cielo Nero (2012), Le abitudini delle volpi (2013), Sfida cruciale (2013), Le Notti di Reykjavík (2014), Una traccia nel buio (2015), Un delitto da dimenticare (2016), Il commesso viaggiatore (2017), La ragazza...

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