Con le peggiori intenzioni

Non conoscevo Piperno: l'occasione è venuta per l'incontro con un Club di Lettura francese che lo aveva proposto come libro del mese (in versione tradotta). La prima parte del romanzo molto avvincente e vivace, accentrata sull'eccentrico e sregolato personaggio di Bepy Sonnino, si fa leggere d'un fiato. La seconda, tutta accentrata sulle elucubrazioni e autoanalisi del complessato personaggio (anche narratore) di Daniel, il nipote, non mi ha appassionato. La scrittura di Piperno è molto diretta, cruda e moderna. Nel complesso un libro che consiglierei di leggere. E' stato interssante ascoltare i commenti e le intrepretazioni delle amiche francesi che, nonostante avessero letto il romanzo in versione tradotta, hanno apprezzato la trama e lo stile e colto molti aspetti rilevanti della scrittura dell'autore.

A prima vista il romanzo di Piperno colpisce soprattutto per il linguaggio, spregiudicatamente volgare - di una volgarita' saputa che gia' sottende certi ambienti romani. Ma e' la trama, da un certo punto in poi, a prendere il sopravvento. E il clima - un pre-grande bellezza con gia' tutte le raffinate brutture del film da oscar. Un'amoralita' diffusa, un'originalita' mediocre, una fuga dalla pacchianeria che pero' finisce per essere sguaiatamente pacchiana anch'essa. Da consigliare ai nostalgici della Prima Repubblica, ai protagonisti delle seguenti, agli eterni.