Un fax, un semplice fax, un invito da parte del teatro le Chatelet inviato all'orchestra del Teatro Bolshoi di Mosca, cambierà la vita di quest'uomo e lo porterà a ricomporre in sole due settimane la propria orchestra, cercando uomini scomparsi da decenni e che da anni non avevano più potuto metter piede in un teatro, trattati come nemici del regime e reietti. Fra un giro su una sgangherata ambulanza, una danza gitana, un matrimonio in stile "antico impero romano" di un mafioso russo e qualche ricerca in ambienti più o meno curiosi, la prima parte del film, corrispondente all'incirca alla prima ora, è un susseguirsi di incontri che portano lo spettatore a ridere grazie ad attimi di comicità pura ancor prima che a riflettere. Diverso è il taglio e l'impronta che il regista ha voluto dare alla seconda parte del film, in quanto, una volta riunito il gruppo, riaffiorano anche quei sentimenti da troppo tempo sopiti, nascosti dietro una bottiglia di vodka o in uno scatolo della soffitta. Malinconia ed emozioni sovrastano gli aspetti leggeri e gli spunti di riflessione su una realtà quasi mai trattata al cinema, ovvero di come venivano esclusi dalla società o nei casi peggiori inviati nei gulag (o a "svernare" in Siberia quando questi non esistevano più) quanti erano considerati avversi al regime, per etnia, religione o cultura, sono molteplici. Dall'arrivo a Parigi in poi il ritmo diventa infatti meno frenetico, meno repentino ed il compito di alleggerire le scene resta nelle mani dell'impresario ed ex nemico del protagonista, presente per cercare di recuperare un ricordo del passato, quello dei fasti dell'internazionale comunista e di distruggerne un altro, quello del giorno in cui fermò l'orchestra di Filipov e, davanti al teatro pieno, spezzò le bacchette al direttore. La memoria dei colleghi ed amici morti e la condizione degli attuali, incapaci a prima vista di riprendere lo strumento in mano, naturalmente comici nella loro goffaggine, confluiscono e si annullano nella figura di Anne-Marie Jacquet, eterea e perfetta violinista solista, legata inconsapevolmente al destino ed alla vita di tutti gli altri sin dall propria nascita. Il finale, sulle note del Concerto per orchestra e violino di Tchaikovsky, svelerà alla protagonista il proprio passato e riconsegnerà al maestro ed alla sua apparentemente sgangherata compagnia un giusto presente ed un inimmaginabile futuro. Katia Spiezio
Il concerto
All'epoca di Brenev, Andreï Filipov è il più grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica e dirige la celebre Orchestra del Bolshoi. Ma all'apice della gloria viene licenziato quando si rifiuta di separarsi dai suoi musicisti ebrei, tra cui il suo migliore amico Sacha. Trent'anni dopo lavora ancora al Bolshoi ma come uomo delle pulizie. Una sera Andreï si trattiene fino a tardi per tirare a lustro l'ufficio del direttore e trova casualmente un fax indirizzato alla direzione del Bolshoi: è del Théâtre du Châtelet che invita l'orchestra ufficiale a suonare a Parigi. All'improvviso, Andreï ha un'idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti, che come lui vivono facendo umili lavori, e portarli a Parigi, spacciandoli per l'orchestra del Bolshoi. È l'occasione tanto attesa da tutti di potersi finalmente prendere una rivalsa.
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Titolo originale:Le concert
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Francia; Romania; Belgio; Italia
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Produzione:BiM, 2011
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Distribuzione:Eagle Pictures
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Durata:120 min
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Lingua audio:Italiano (DTS HD);Originale (DTS HD)
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Lingua sottotitoli:Italiano per non udenti
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Formato Schermo:2,35:1 Wide Screen
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Contenuti:interviste; speciale; trailers
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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KATIA SPIEZIO 24 giugno 2012
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