Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas non è solo una storia di ingiustizia e vendetta, ma un capolavoro di analisi psicologica e introspezione. La bellezza del romanzo risiede specialmente nella profonda descrizione dei personaggi, la cui psicologia è messa a nudo con grande abilità dall'autore. Il protagonista, Edmond Dantès, che rinasce come il misterioso Conte, è la figura centrale che più affascina. La sua capacità di calcolo domina la storia; ogni mossa è ponderata, ogni evento orchestrato per portare a compimento la sua fredda vendetta. Le sue capacità arrivano al punto tale da fargli credere di essere un Dio, capace di manipolare il destino dei suoi nemici. Eppure, alla fine anche il nostro Conte è costretto a confrontarsi con i limiti della sua presunzione, realizzando di essersi voluto sostituire a Dio. Sarà l'intervento dell'amore a fargli superare il suo ruolo di vendicatore e a ritrovare la speranza.
