Questo è un libro potente, intenso, crudo in alcuni aspetti, ma terribilmente vero. Mi ha aiutato a conoscere ancora meglio la realtà del conflitto israelo-palestinese, questa volta da una prospettiva diversa, nuova per alcuni punti di vista, a testimonianza del fatto che la realtà è sempre fatta da una moltitudine di sfumature di grigio. Il racconto della protagonista mi ha catturato e lo stile narrativo dell’autrice ha saputo tenermi incollata alle pagine. Ho particolarmente apprezzato il fatto che l’io narrante fosse quello di una donna, che vive una condizione doppiamente difficile, legata al suo essere donna in una società araba e al suo costante status di esule. Eppure le sensazioni, le emozioni, i pensieri sono proprio quelli di una ragazza qualunque, come le altre.
Contro un mondo senza amore
Nahr è rinchiusa nel Cubo: nove metri quadrati di cemento armato levigato, con sistemi di alternanza di luce e buio che nulla hanno a che vedere con il giorno e la notte. Trascorre le sue giornate in isolamento, e il mondo fuori la chiama terrorista e puttana; alcuni forse la definiscono una rivoluzionaria o un esempio. Ma la verità è che Nahr è sempre stata molte cose e ha avuto molti nomi. È una ragazza che ha imparato, presto e dolorosamente, che quando sei un cittadino di seconda classe l’amore è solo un tipo di disperazione; ha imparato, sopra ogni cosa, a sopravvivere. Cresciuta in Kuwait da rifugiati palestinesi, arriva con le scarpe sbagliate in un paese, la Palestina, che conosce a malapena e lì trova obiettivi, passione politica, amici. Sogna di incontrare l’uomo perfetto, crescere il loro figlio e aprire un salone di bellezza. Incontra invece gli occhi scuri di Bilal, che le insegna a resistere, che prova a salvarla ma quando è già troppo tardi, quando l’occupazione è ovunque e da quella vita Nahr non vede via di fuga.
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Newyorker 28 settembre 2025Libro intenso e attuale
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Ad80 29 agosto 2025Semplicemente meraviglioso
Un libro che mi ha commossa fino alle lacrime. Mi ha aiutata a capire meglio la realtà israelo-palestinese ed è rimasto nel mio cuore: indimenticabile.
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Mario 27 giugno 2025Consigliato
Lo stile narrativo è molto coinvolgente: alternanza tra istantanee familiari, introspezioni e ricordi (come evidenziato da una recensione che ho letto proprio qualche mattina fa), che disegnano con forza un’anima in lotta nel tempo sospeso del Cubo. Io personalmente lo trovo un romanzo potente e necessario, un ritratto di donna che si confronta con la strettoia tra identità, amore, dignità e appartenenza. È un intelligente equilibrio tra impegno politico e una storia personale intensa, che resta sospesa tra la speranza e il sacrificio. Un libro che lascia il segno e invita a riflettere su cosa significhi amare, e RESISTERE, in condizioni di profonda ingiustizia 🥰
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