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Anno edizione: 1987
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Questo romanzo, forse il più sottilmente paradossale e ragionato di Guido Morselli, invece che a un possibile futuro ci guida a un «contro-passato prossimo» pieno di sorprese. Come avvenne che la Prima guerra mondiale fu vinta, non già dalle potenze dell’Intesa, e con esse dall’Italia, ma da quelle degli Imperi Centrali? E come si svolse la sconcertante Edelweiss Expedition, fulminea, ingegnosissima operazione militare con cui gli austriaci conquistarono nel giro di poche ore l’Italia settentrionale, dando così una svolta decisiva a tutta la guerra? E attraverso quali travagliate vicende sorse, negli anni immediatamente successivi, e sotto la guida di Rathenau, la UNOD (in italiano, Comunità Europea Democratica)? Prendendo le mosse dalle private elucubrazioni strategiche di un oscuro ufficiale nella Vienna del 1910, facendoci passare attraverso «una galleria di feluche, galloni, spalline, decorazioni», attraverso aule di Parlamenti e corridoi di Ministeri, colpi di mano militari, equivoci, sviste, inganni, manovre, astuzie, attentati, Morselli risponde a questi interrogativi, che certo faranno fremere i devoti del «Fatto, questo sacro mostro», ricostruendo davanti ai nostri occhi un passato ipotetico che ha un’allucinante concretezza, una tranquilla plausibilità, tale da indurci a concordare con lui che «il paradosso sta dalla parte dell’accaduto: dall’altra parte se ne sta, sconfitta, quella che chiamiamo (sebbene con ottimismo) ‘logica delle cose’».
Il puntiglioso accanimento nell’inseguire il dettaglio – di cui si ha una prova sbalorditiva nella prima parte, dedicata alla descrizione della Edelweiss Expedition –, la trascinante vena ironica e polemica, la lucidità nel percepire i rapporti fra le forze politiche ed economiche e nell’inserirvi l’azione dei singoli, da Rathenau a Hindenburg, da Giolitti a Lenin, rendono continuamente provocante la lettura di questo romanzo, che è insieme una macchina fantastica nutrita da un sottile estro teatrale e un rovente pamphlet contro la superstiziosa ossequienza alla Storia, che tanto spesso ha impedito e impedisce di vedere come la storia di fatto avviene.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Personalmente ho molto apprezzato questa ucronia per la sua assoluta verosimiglianza: non accadono cose eclatanti che vogliano distorcere la storia che conosciamo; l'autore - in maniera semplice ma rigorosa - ipotizza un passato diverso, realistico, e la sua bravura è proprio nel voler analizzare, al di là dei fatti, l'elemento antropologico, ossia le conseguenze di quello stato di clse sull'uomo. La vicenda parte dal diario di un ufficiale austriaco con velleità artistiche (spoiler: non è Hitler!), che ipotizza e studia accortamente un piano tramite cui l'Austria-Ungheria possa sbaragliare e assoggettare quasi senza perdita di vite umane tutto il Nord Italia. Egli proporrà il piano alle "alte sfere" militari, impersonate dalla figura dell'arciduca Francesco Ferdinando, ma non prenderà parte alla sua realizzazione, anzi gli sarà chiesto di mantenere il massimo riserbo. Il testo fa uso sia di personaggi storicamente reali sia di altri "realistici". Morselli, pertanto, non si ferma a ipotizzare nuova cause del primo conflitto, ma lo fa semplicemente iniziare e le vicende, tra colpi di fortuna e ordinarie capacità tecnico-tattiche, si svolgono tutte a favore del blocco Austro-Germanico. L'"Edelweiss Expedition" in poche ore conquista il Nord Italia, la Germania riesce a sconfiggere i colossi di Francia e Inghilterra senza che la Russia riesca a muoversi
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