Questo libro è una polaroid delle forme di vita contemporanee e una critica niente affatto diplomatica delle ideologie postmoderne. Scritto subito dopo la sconfitta dei movimenti rivoluzionari degli anni Sessanta e Settanta, traccia una strada filosofica e politica per sfuggire sia alla nostalgia del passato, coltivata dalla sinistra patetica, sia all’apologia del presente, intonata da quanti si affrettano a correre in soccorso del vincitore.
Virno affronta qui, per la prima volta, una questione che in seguito avrebbe fatto versare fiumi di inchiostro: la piena identità tra lavoro e linguaggio, produzione materiale e comunicazione simbolica. Benjamin, Heidegger, Marx, Wittgenstein, linguisti ed epistemologi sono chiamati in causa dall’autore come una «cassetta degli attrezzi» utile a decifrare quel che ha trasformato in profondità i rapporti sociali, le biografie dei singoli, le passioni e i conflitti. Non storia della filosofia, ma filosofia applicata al presente.
La riedizione rivista di un libro che ha segnato lo sviluppo del pensiero critico in Italia e non solo.
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Anno edizione:2010
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