Tragedia in cinque atti in versi e in prosa, il Corialano venne scritto circa il 1607-8, e rappresentato probabilmente all’inizio del 1608, stampato nell’in-folio del 1623. La fonte è la vita di Coriolano nelle Vite parallele di Plutarco. Caio Marzio, superbo generale romano, in seguito ai suoi prodigi di valore nella guerra contro i Volsci, e alla presa della città di Corioli, riceve il soprannome di Coriolano. Al suo ritorno a Roma, il Senato vorrebbe che egli fosse nominato console, ma il suo contegno altezzoso e sprezzante verso la plebe lo rende impopolare; e, nonostante gli sforzi di Menenio Agrippa, i tribuni riescono a farlo bandire. Coriolano si reca allora da Tullo Aufidio, generale dei Volsci, il quale lo mette alla testa dei suoi soldati per far vendetta sui Romani. Coriolano giunge sotto le mura di Roma, e solo le implorazioni della madre Volumnia, della moglie Virgilia e del figlioletto, lo convincono a risparmiare la città. Conclude cosí un trattato di pace favorevole ai Volsci ma, tornato ad Anzio, viene accusato di tradimento e selvaggiamente ucciso da Tullo.
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Anno edizione:1978
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