Costretti a sanguinare. Il romanzo del punk italiano 1977-1984 - Marco Philopat - copertina
Costretti a sanguinare. Il romanzo del punk italiano 1977-1984 - Marco Philopat - copertina
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Letteratura: Italia
Costretti a sanguinare. Il romanzo del punk italiano 1977-1984
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Descrizione


In "Costretti a sanguinare", pubblicato per la prima volta nel 1997, Philopat racconta i suoi vent'anni e la stagione dello "storico" Virus di via Correggio 18, quando Milano era una delle vere capitali del punk in Europa. È una narrazione "senza punti né virgole, come avviene naturalmente nelle conversazioni, un flusso di coscienza spezzettato simile al balbettio di un oratore concitato. La rappresentazione di un vivace dialogo con un interlocutore attento". Senza pause né segni grafici, solo ritmo: "Un modo per dare più importanza alle parole". La scrittura febbrile e insieme lucida di Philopat mette in scena la rabbia di migliaia di giovanissimi, serbatoio di tanti movimenti futuri. Il romanzo di un'epoca diventa anche la migliore testimonianza "dall'interno" sui punk, o "punx", in Italia.

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Studio Bibliografico Viborada
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Informazioni:

in 8, 243 pagine, illustrato, brossura. Illustrazioni di Stiv Rottame. Presenti fotografie b/n f.t. Ottimo (Fine) 9788806183059.

Immagini:

Costretti a sanguinare. Il romanzo del punk italiano 1977-1984

Dettagli

4 luglio 2006
243 p., ill. , Brossura
9788806183059

Valutazioni e recensioni

  • CRISTINA NATTA SOLERI

    Un affresco memorabile sull'esperienza punk italiana, un racconto lucido e veloce, parole in libertà quasi a restituire nello stile l'incessante susseguirsi degli eventi, la forza dirompente di una storia breve, ma intensa. Philopat narra, in forma autobiografica, i giorni gloriosi del Virus di Milano, un sogno impossibile che ha segnato la storia sociale e musicale italiana. Scrive come se corresse e intanto narra l'alternarsi di anarchia totale e rigore negli ideali, scontri epocali con la polizia, lunghe contrattazioni, tanta musica urlata, vissuta, concerti che sono prove di sopravvivenza. 1977-1984 un'epopea incredibile, tutto ciò che verrà dopo si chiamerà post punk. Da leggere in un fiato.

  • Luca Incoronato

    Il romanzo di Marco Philopat è un crudo spaccato dell’Italia, ed in particolare della “sua” Milano, tra il 1977 ed il 1984. L’autore è un fiume in piena, ripone di proposito la punteggiatura nel cassetto, e pubblica un libro che è a metà tra un quaderno di appunti ed un diario dei tempi d’oro ormai trascorsi. Il testo è composto da pensieri e riflessioni che si susseguono, separate l’una dall’altra da semplici trattini, scelta che potrebbe infastidire i giovani lettori che, non avendo una piena conoscenza di ciò che sia stato l’effetto del punk in quegli anni, cercano invano ordine nelle frasi dell’autore. A differenza di chi ha vissuto quel periodo, che facilmente è in grado di segnare punti immaginari dettati dalle esperienze vissute sulla propria pelle. Philopat non ha alcuna intenzione, e per fortuna aggiungerei, di romanzare gli avvenimenti della sua giovinezza, descrive nei dettagli tutto ciò che gli torna in mente di quegli anni con foga e violenza. Tutto è visto con gli occhi di un ventenne, di un protagonista di quel tempo, che un po’ è trasportato dai mutamenti e un po’ ne è artefice. Il discorso è molto ampio e l’autore sembra non avere paura di affrontarlo interamente, e con dovizia di particolari. “I capelli sono fondamentali”, è così che tutto ha inizio, le capigliature come i vestiti erano un segno di riconoscimento, di appartenenza ad un gruppo ben delineato nel tempo che tenta di distinguersi dagli altri, divenendo diversi da tutti ma uguali tra loro. Sarebbe troppo riduttivo però soffermarsi soltanto su quest’aspetto, il punk è rabbia e disagio, è urla contro chi non vuol sentire ed è soprattutto voglia di cambiare e lasciare un segno del proprio passaggio. Il giovane Philopat parla dei movimenti sociali, della musica assurda e improponibile che stravolge gli equilibri, della politica e dei giovani come lui che vivevano un sogno allucinato e troppo distante dalla realtà per poter durare a lungo, anche se qualcosa di quel tempo è ancora vivo. I colori di quegli anni imbrattano ancora qualche muro e la musica, se pur flebilmente, risuona nelle cuffie dei moderni iPod di chi, come lo stesso Philopat dice nell’epilogo del suo testo, non ha intenzione di arrendersi. È un libro per chi ha voglia di calarsi in questo mondo perduto, per quelli che vogliono ricordare o semplicemente confrontare il proprio punk, la propria rabbia, con quella dei propri padri. Le foto inserite qua e la aiutano a rinfrescare la memoria di quel tempo e ad affascinare chi l’anagrafe impedisce di averne ricordi. In alcune parti però la foga di voler descrivere nei particolari quello che è stato il suo mondo lo tradisce, mostrando una certa ripetitività delle situazione narrate, correndo il rischio che alcune riflessioni si perdano in continui deja vu, rischi del mestiere di uno scrittore alle prime armi come Philopat quando nel 1997 pubblicava questo bel “documento di storia moderna” che è Costretti a Sanguinare.

Conosci l'autore

Foto di Marco Philopat

Marco Philopat

1962, Milano

Marco Philopat, punk dal 1977, è tra i fondatori di Shake Edizioni. È uno dei pochi veri conoscitori del mondo underground. Costretti a sanguinare (Shake Edizioni, 1997) è il suo libro d'esordio, in cui racconta in prima persona, in un flusso di coscienza che non utilizza punteggiatura, la sua esperienza giovanile nel movimento. Nel 2002 è uscito La banda Bellini (Shake). Entrambi sono ora ripubblicati da Einaudi Stile libero. Nel 2006 fonda insieme a Paola Mezza la casa editrice Agenzia X. Nel 2008 esce Roma KO (Agenzia X) scritto insieme a Duka, che intreccia fiction e realtà ripercorrendo trent'anni di underground romano, dagli anni settanta al G8 di Genova 2001. Nel 2011 esce Rumble Bee (Agenzia X) sempre scritto insieme a Duka. I pirati dei navigli...

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