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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
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Ero stata attirata dal titolo e dalla copertina, credendo che fosse un romanzetto leggero in stile chick-lit, che bella sorpresa che ho trovato leggendolo: molo delicato e toccante, specie il confronto tra l'incapacità della protagonista a relazionarsi con gli altri, a causa della sua sindrome e l'incapacità degli altri a relazionarsi con lei, ma specie qualcuno, anche con il resto del mondo e la difficoltà ad accettare le cose che capitano, che esperto una te l'aspetti, dagli altri un po' meno. Un romanzo che fa riflettere sul concetto di normalità
La storia di Ginny, una ragazza speciale. Che fa fatica a rapportarsi con gli altri e vive in un mondo fatto di profumi, colori e sapori. l'argomento "cucina", oggi molto di moda, viene, invece, in questo romanzo, trattato in maniera molto originale e mai banale, il tocco fantastico lo accompagna senza prenderne il sopravvento. Dalla trama semplice, il libro riesce anche ad affrontare il tema della diversità, soffermandosi su rapporti non banali nè scontati. L'amore e l'affetto, una volta tanto, non vengono incanalati per forza in quello di rapporto tra uomo-donna. Delicato, con un fondo di malinconia, ma molto, molto piacevole. Consigliato!
Il libro d'esordio della americana Jael McHenry racconta della ventiseienne Ginny che è timida e intelligente, e non sopporta un sacco di cose normali. I suoi genitori non ci sono più e per sfuggire al dolore si rifugia nella cucina, nei sapori e i colori delle più svariare ricette. Sminuzzare, bollire, impastare, preparare e amalgamare la fanno sentire sicura e la rendono serena e così riesce ad affrontare la sua vita e il suo dolore quotidiano. Al funerale dei suoi genitori scopre che la ricetta della ribollita riporta in vita il fantasma della nonna, l’adorata nonna che lascerà a Ginny un messaggio che lei cercherà di decifrare. Ogni capitolo si apre con una ricetta e ci catapulta in sapori, odori e colori fusi e ben amalgamati con le riflessioni, le paure e le insicurezze della protagonista. Una scrittura senza troppe pretese, asciutta, malinconica, a tratti, però, poco intensa.
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