Una lettera che è anche romanzo e molto di più. Esprime forte rabbia ma anche un amore profondo senza limiti; il tutto condito dalla straordinaria eleganza narrante tipica di Wilde.
Il De profundis (1897) è fra le ultime opere del grande autore irlandese. Composta in parte durante la sua detenzione nel carcere di Reading, si presenta in forma di lettera indirizzata al giovane amante Bosie. È un testo ricco di motivi e provocazioni intellettuali, ove non manca il consueto atteggiamento di ribellione contro il conformismo bigotto della società dell'epoca vittoriana, ma neppure certo vittimismo di matrice romantica, né quel gusto per la teatralità e l'istrionismo - la maschera e il volto - che, a dispetto delle circostanze, sempre contraddistingue la scrittura di Oscar Wilde. Centrale rimane comunque nell'opera il tema dell'inevitabile isolamento dell'artista moderno.
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CESARE NAPPI 31 agosto 2010
Un Oscar Wilde che dismette la corazza regale di dandy per abdicare verso le cose più semplici e vere, un percorso distillato dall'esperienza dolorosa del carcere. Un libro che tocca le corde più profonde dell'anima.
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