Del cielo e delle sue meraviglie e dell'inferno. Secondo quel che si è udito e veduto
"Va detto che non siamo alla presenza di un visionario qualunque, ma abbiamo di fronte un personaggio che si era fatto conoscere in un primo tempo per i suoi studi scientifici. Anche in tale campo fu autore prolifico: dalle opere a noi pervenute, sappiamo che si occupò di chimica, anatomia, matematica e imparò numerose lingue (undici secondo la tradizione), tanto che tra i suoi scritti figura un'Opera Philosophica et Mineralia del 1734, consacrata ai metalli. E accanto a queste pagine ricche di riferimenti razionali, eccone altre, come quelle ricordate, che rovesciano i medesimi. Lui stesso era diventato il garante delle sue visioni, di certezze che aveva potuto constatare. Come quando - siamo durante la contemplazione degli Arcani celesti - egli dichiara di essere uno spettatore, nel mondo o dimensione che dire si voglia degli Spiriti, dell''Ultimo Giudizio'. Con esso si inaugurava la 'dispensazione' della 'Nuova Gerusalemme' di cui aveva parlato l'Apocalisse." (dall'introduzione di Armando Torno)
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Anno edizione:2012
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