Il denaro - Émile Zola - copertina
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Il denaro
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Descrizione


La speculazione internazionale ideata da Aristide Saccard, che Emile Zola racconta in questo poderoso e profetico affresco dell'economia finanziaria globalizzata, è tutt'altra cosa dal disegno di possesso di un avaro: è il sogno di rinascita e distruzione di un visionario assetato di vita. E in questo lo scrittore francese riesce a cavare l'essenza di quell'astrazione capitalistica, il denaro, l’argent (che ironicamente in francese significa anche argento), così come si sublima nel mercato delle borse: con la cui stranezza conviviamo familiarmente e che allora iniziava a prendere la sua forma di impalpabile mostro. Siamo nella Francia del Secondo impero, di Napoleone il piccolo, epoca d'oro per gli affaristi abbarbicati nella Borsa di Parigi, allora mercato del mondo. Un uomo piccolo dalle grandi ambizioni, Saccard, già rovinato da un passato tracollo, immagina un'immane impresa: la Banca Universale, finanziata da una massa di investitori allettati dal boom, e connessa alla costruzione di una rete ferroviaria intorno al recente taglio del Canale di Suez. Suoi compagni d'avventura sono un geniale ingegnere di ideali positivistici e una giovane vedova innamorata. Immediatamente si accende il fuoco speculativo, e Saccard è spinto verso il trionfo dalla crescente ebbrezza dei suoi anonimi finanziatori di varia fortuna. Ma un potente nemico domina meglio le leve dell'illusione e della crisi. Ispirato a una storia vera di euforia e di panico, del 1882, con personaggi costruiti fondendo insieme figure vere di banchieri, questo romanzo del 1891 si inoltra negli ingranaggi più dettagliati del sistema finanziario ed è considerato una precisa prefigurazione di eventi futuri e anche recentissimi. Ma questo quadro è delineato dalle storie minute di moltissimi personaggi, attraverso le loro speranze e i loro progetti di vita. Nella lotta fatale che si svolge tra l'affarista impetuoso e il suo gelido avversario banchiere, non manca il romanzesco e la suspense, il colpo di scena e il comico. E non manca nemmeno il romanzo di idee; i modi di pensare dei personaggi descrivono il nascere, in una società da poco uscita dalla supremazia del ceto sulla ricchezza, dei moderni cliché e dei dogmi correnti sul mondo degli affari.

Dettagli

9 febbraio 2017
604 p., Brossura
L'argent
9788838936128

Valutazioni e recensioni

  • Fantastico, appassionante istruttivo attualissimo, vivamente consigliato a tutti i cosiddetti piccoli risparmiatori, a tutti noi, perché finalmente impariamo a smettere di "risparmiare" assicurare investire etc e iniziamo a donare direttamente il nostro denaro risparmiato a coloro che, degni della nostra fiducia, non ne possiedono ma ne hanno bisogno per coltivare i propri talenti e le proprie capacità..

  • Consiglio vivamente a tutti la lettura di questo bellissimo romanzo: nonostante l'argomento non lo faccia prevedere, il talento di narratore di Zola riesce a descrivere in modo incalzante ed appassionante , declinandolo in varie storie personali, il crollo di una banca parigina alla fine dell'800, creata dal nulla da parte di uno spregiudicato speculatore (molto attuale anche in questi anni: la storia si ripete). Come da sua cifra narrativa, lo scrittore, fedele ai dettami del naturalismo e del positivismo, non prende mai posizione e si limita a descrivere gli avvenimenti con l'oggettività del cronista. Restiamo comunque coinvolti completamente nel racconto, che, nonostante le 600 pagine, si legge molto velocemente. Complimenti anche al traduttore ed ancora una volta, grazie a Sellerio ed alle sue continue riscoperte di tesori dimenticati. Buona lettura!

Conosci l'autore

Foto di Émile Zola

Émile Zola

1840, Parigi

Scrittore francese. Rimase presto orfano e trascorse l'infanzia e la giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Prima di raggiungere il successo con i suoi romanzi, visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista, attività che non abbandonò mai del tutto. Considerato il caposcuola del naturalismo letterario, fu al centro di numerose polemiche artistiche, impegnandosi, tra l'altro, nella difesa di Manet e degli impressionisti ("I miei odii", 1866). Ma l'avvenimento più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Schieratosi con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta (J'accuse) pubblicata su "L'Aurore" (1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione,...

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