Di cose oscure e inquietanti. Percorsi della sociologia della narrazione e dell'immagine
Da "It" a "It", da "Blade Runner" a "Blade Runner 2049", da "I segreti di Twin Peaks" a "Twin Peaks 3", sembra – parafrasando Robert Musil – che le "vecchie cose" siano destinate a "ritornare"... Gli ultimi decenni sono stati definiti dal primato del "post": postindustrialismo, postfordismo, postmodernità – fino a ragionare, nei nostri anni, di postserialità e postumanesimo per dare nome alle trasformazioni che hanno investito le identità e l'immaginario. Sottotraccia ai mutamenti strutturali in corso, il calco dei racconti e delle narrazioni era quello della narrativa di science fiction, dell'horror, del thriller, delle "leggende metropolitane". "Di cose oscure e inquietanti", pubblicato per la prima volta nel 1995 per Ipermedium Libri, coglieva all'alba della globalizzazione e della digitalizzazione i primi barlumi dei mutamenti in atto, individuava tracciati, evidenziava radici – nel romanzo gotico, nel noir americano, nel grande cinema di Hollywood.
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Anno edizione:2019
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