La genialità di questo testo sta, tra le altre cose, nella mescolanza di registri e di piani narrativi che è anche un po' la particolarità che meno mi convinceva quando lo sfogliavo in libreria ma che in realtà è collaudata efficacemente ed una volta preso il ritmo non ostacola assolutamente l'immersione nella vicenda. Vicenda che sta letteralmente a margine, in realtà. Infatti ciò su cui l'autore preme di più sono i saggi, che vanno a costituire un'ipotetica raccolta a cui il protagonista della storia ( alter ego dello stesso Coetzee evidentemente ) starebbe lavorando al momento. Ed è proprio intorno a questi saggi che riguardano gli argomenti più disparati ( filosofia, musica, politica, attualità, letteratura ) pregni dell'acume pungente di Coetzee ed estremamente controtendenza, che spesso vanno a scavare nei tabù dell'occidente cercando di ribaltare prospettiva, mostrandoci come forse quelli che consideriamo i più alti emblemi della civiltà europea, emblemi che vorremmo sradicare e trapiantare in tutto il mondo convinti di possedere la verità, non siano altro che illusioni, ideologie fragili e sistemi di pensiero inconsistenti, che si intreccerà il dialogo tra i tre personaggi principali della narrazione: lo stesso scrittore, la donna, molto più giovane di lui, conosciuta per caso in una lavanderia a gettoni dal quale rimarrà folgorato e che assumerà come dattilografa e il compagno di lei. Questo dialogo verterà principalmente sul rapporto stesso tra i personaggi e sui saggi stessi, una sorta di lettura di questi ultimi filtrata e riproposta in chiave meno accademica, attraverso la voce di un uomo e una donna di mente semplice in contrapposizione con J.C. l'intellettuale dalle opinioni forti.Ma la cosa interessante è proprio l'evolversi del loro rapporto, il fatto che Coetzee faccia scontrare diversi punti di vista, mettendo in discussione le sue proprie idee, il tutto in maniera frizzante e coinvolgente. La parte finale del libro è la mia preferita ( e anche quella di Anya, la protagonista ) ed è costituita da pagine di diario fortemente autobiografiche in cui Coetzee butta giù ricordi, sogni, impressioni sulle cose più diverse, il tutto in una dimensione più intima e avvolgente. Non abbiamo più l'uomo di cultura che parla dall'alto di un pulpito, ma l'uomo nella sua umanità che si racconta.
Diario di un anno difficile
John C., un celebre scrittore australiano d'origine sudafricana, è invitato a collaborare a un volume di saggi intitolato "Opinioni forti". È per lui l'occasione di trattare una serie di temi che gli stanno a cuore (alcuni di attualità, altri universali): l'origine dello Stato, la figura di Machiavelli, l'anarchismo, al-Qaeda, il disegno intelligente, Harold Pinter, la vita in Australia, la musica... In quegli stessi giorni, dedicati con passione all'elaborazione dei testi, l'anziano scrittore conosce Anya, un'attraente filippina di ventinove anni che vive nel suo stesso stabile. La ragazza è in cerca di lavoro, e così John C. chiede un aiuto nella trascrizione a computer del manoscritto. La comparsa di Alan, il pragmatico e geloso fidanzato di Anya, darà un'inaspettata piega al rapporto della giovane con lo scrittore. Diario di un anno difficile, con tono intimo ed esatto, disseziona emozioni complesse e disegna un atlante delle miserie (e della dignità) dell'animo umano.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
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Formato:Tascabile
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Valentina Visciotto 01 marzo 2017
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