Non al livello dei primi quattro capolavori di Palahniuk (Survivor, Invisible Monsters, Fight Club e Soffocare). Stavolta la voce narrante di Palahniuk non è riuscita a incantarmi, mi sono forzato a finirlo dopo averlo interrotto più volte per la noia. Mi pare che si tratti di un esperimento mal riuscito, siamo lontani dalle vette dei suoi primi libri e manca quasi completamente quella satira sociale che ne era forse l'argomento più potente. L'elemento horror è superficiale e poco valorizzato e la protagonista scialba, alla fine le cose più interessanti sono state le digressioni sulla storia dell'arte.
Da quando ha sposato Peter, enigmatico compagno di corso alla scuola d'arte, Misty è venuta ad abitare sull'idilliaca Waytansea lsland. Ora Peter, dopo un oscuro tentativo di suicidio, giace in coma all'ospedale. E Misty tiene un diario per quando (semmai) tornerà alla coscienza. Ma - trattandosi di un'opera di Chuck Palahniuk - è inevitabile che il contenuto del diario sia molto bizzarro: misteriosamente cominciano a sparire una dopo l'altra alcune stanze dalle case per le vacanze della zona che Peter aveva ristrutturato. Misty, con l'aiuto di un grafologo, scopre che sulle pareti delle stanze (in realtà murate) sono stati scribacchiati dei messaggi terribili e minacciosi che a poco a poco svelano verità sconvolgenti su di lei e sul suo destino.
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Anno edizione:2008
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Mettetevi offline, spegnete il cellulare e mandate la vostra ragazza a fare shopping con la mamma.. ..non vorrete essere disturbati da niente e nessuno mentre leggerete l'epilogo di questo "atipico" romanzo del semprecaro zio Chuck. Dopo un inizio "effetto rallenty", ci ritroviamo d'improvviso catapultati in un turbine di follia e cattiveria che ci lascerà senza respiro fino alla conclusione della storia. Una piacevole sorpresa ritrovare Palahniuk in versione kinghiana (che il Re non ce ne voglia). Dopo una serie di romanzi, tutti sopra la media, per carità!, ma un pò uguali a se stessi, ecco che l'autore di Soffocare, ci dipinge (è proprio il caso di dirlo!) quest'inusuale mistery/horror a tinte metafisiche che, magari, non brillerà per originalità della trama, ma che ci catapulta nel bel mezzo di un assurdo delirio collettivo. Consigliato a chi già conosce e apprezza Palahniuk. "Tutti quanti moriamo". Dice: " L'obiettivo non è quello di vivere in eterno, ma di creare qualcosa che lo faccia al nostro posto".
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Sebastiano Garro 05 ottobre 2010
Mettetevi offline, spegnete il cellulare e mandate la vostra ragazza a fare shopping con la mamma.. ..non vorrete essere disturbati da niente e nessuno mentre leggerete l'epilogo di questo "atipico" romanzo del semprecaro zio Chuck. Dopo un inizio "effetto rallenty", ci ritroviamo d'improvviso catapultati in un turbine di follia e cattiveria che ci lascerà senza respiro fino alla conclusione della storia. Una piacevole sorpresa ritrovare Palahniuk in versione kinghiana (che il Re non ce ne voglia). Dopo una serie di romanzi, tutti sopra la media, per carità!, ma un pò uguali a se stessi, ecco che l'autore di Soffocare, ci dipinge (è proprio il caso di dirlo!) quest'inusuale mistery/horror a tinte metafisiche che, magari, non brillerà per originalità della trama, ma che ci catapulta nel bel mezzo di un assurdo delirio collettivo. Consigliato a chi già conosce e apprezza Palahniuk. "Tutti quanti moriamo". Dice: " L'obiettivo non è quello di vivere in eterno, ma di creare qualcosa che lo faccia al nostro posto".
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