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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2017
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Arricchito in questa edizione da un nuovo racconto, I difetti fondamentali è un almanacco raffinato e gustoso che descrive il mondo della scrittura con lucidità disarmante e, insieme a quelli degli scrittori, vizi e virtù di ognuno di noi.
È possibile fare il ritratto autentico di una figura complessa e sfuggente come quella dello scrittore? Si può scattare una fotografia nitida di chi per lavoro fa il creatore di mondi? Forse sì, ma solo se si accetta di partire dalle pulsioni più concrete, insomma, dai difetti. È questa la risposta di Luca Ricci, che si articola in quindici istantanee fulminanti e perfette, che sono anche racconti d'amore: perché l'amore è il difetto più evidente, e necessario, di ogni essere umano. C'è lo scrittore che trascorre una vacanza in una spiaggia nudista, salvo poi incapricciarsi dell'unica ragazza che resta vestita; c'è quello che per sbarcare il lunario apre un bed & breakfast e una sera ha l'occasione di affittare una camera al più potente agente letterario del mondo; c'è quello che ogni lunedì, con una puntualità inflessibile, chiama una casa editrice pur sapendo che il suo dattiloscritto non verrà mai letto... Arricchito in questa edizione da un nuovo racconto, I difetti fondamentali è un almanacco raffinato e gustoso che descrive il mondo della scrittura con lucidità disarmante e, insieme a quelli degli scrittori, vizi e virtù di ognuno di noi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Prologo: entro in libreria, conosco le commesse, sono due, le stesse da anni. Variazione: dietro la cassa una commessa mai vista, probabilmente nuova assunta. Ho poco tempo quindi chiedo dove posso trovare il libro che cerco… il suo sguardo s’insospettisce, la sua sicurezza vacilla, fa una piroetta e inizia a pestare le dita sulla tastiera. Attendo. Le sue dita procedono con furia, lei serra le labbra, immagino una minuscola goccia di sudore che appena formatasi inizia a scorrerle lungo la schiena. ‹‹ Problemi? ›› Chiedo. ‹‹ Dovremo ordinarlo ›› Risponde, non con la stessa voce con la quale mi ha salutato qualche secondo fa. ‹‹ Procediamo ›› La sollecito. ‹‹ È sicuro del nome ? ›› Chiede. ‹‹Si ›› ‹‹ Del titolo ?›› ‹‹ Anche.›› ‹‹Della casa editrice? ›› ‹‹ Chiaro.›› Per farla breve, sono dovuto andar via a mani vuote e ritornare il giorno dopo; Una delle due solite commesse ha effettuato l’ordine e qualche giorno dopo ho potuto iniziare la lettura. Ora io andrei anche avanti a parlare della commessa che non è riuscita a trovare il libro, a immaginare se il problema sia la mia voce, a fantasticare su che fine abbia fatto quella ragazza, se lavori ancora in mezzo ai libri, se… magari ci scriverò un raccontino. I difetti fondamentali. 14 racconti. Luca Ricci perché non 17? Sarebbe stato un bel numero. Ho letto diversi libri nei quali gli autori hanno esplorato il mondo degli scrittori, quello attinente la formazione di uno scrittore, la crisi da pagina bianca, la vita privata condizionata in bene o in male dall’essere uno scrittore, per citarne solo alcuni: Stephen King, Chuck Palaniuk… In questi suoi racconti Luca Ricci parla di scrittori, aspiranti tali, ma ne parla in una maniera nuova, almeno per me. Mette in risalto aspetti grotteschi, comuni debolezze, situazioni comiche, surreali, romantiche. Credo che Luca Ricci abbia letto molti racconti di Charles Bukowski, di Dino Buzzati, e di tanti altri mostri sacri dell’arte del racconto, in certe parti se ne sentono le influenze. Ma Luca Ricci traccia una strada tutta sua: conosce il mondo del quale parla, ha voglia di farlo conoscere al lettore, a modo suo lascerà il segno su questo mondo. Parte col botto, con un racconto che fa storcere il naso a tutti quelli che non amano leggere di amplessi occasionali, ritenendola una scrittura volgare. Parte con quello che rappresenta il primo scalino per molti aspiranti scrittori: ci parla della facoltà di lettere. Molti studenti si ritroveranno leggendo questo racconto, magari anche diversi professori. Chiunque abbia inviato il proprio manoscritto a un editore si ritroverà nel secondo racconto. Qualcuno si sarà comportato proprio come il protagonista, se non così, ci sarà andato vicino, se non ci sarà andato vicino, avrà combattuto contro il desiderio di agire allo stesso modo. Del terzo segnalo una frase: “ho trasferito la rabbia dalla vita ai libri, ecco cos’è scrivere, è organizzare traslochi sbagliati, è separarsi dagli slanci più belli, ecco forse perché gli scrittori sono tutti dei bischeri.” Nel quarto troviamo un aspirante scrittore che per caso si trova alle prese con uno degli uomini più potenti dell’editoria mondiale. Finale da urlo. Nel quinto si parla di uno scrittore che inscena la sua morte, pagina dopo pagina l’autore ci fa precipitare nella follia del protagonista. Il sesto, l’invidioso, ci fa capire già dal titolo dove ci porterà la storia. Leggetelo e non credete a una sola parola, gli scrittori ( non tutti ma alcuni sì ) non sono invidiosi del successo dei loro colleghi, noooo, per nulla. Sono molto peggio. Nel settimo troviamo un esilarante quanto tristissimo Dario Bo, perso in un campo di nudisti, attratto dall’unica donna non nuda. Tutto smette di essere eccitante quando diventa consuetudine? Nell’ottavo troviamo racconti dentro il racconto, segnalo una frase: “ a me piace pensare a un libro come a una vetta da scalare, è mai stato ad arrampicare sulle dolomiti?” – “purtroppo no” – “deve pensare allo scrittore come a un tizio che non ha vertigine della frase, e che può sporgersi tranquillamente dall’alto di quanto ha scritto senza provare paura, per prendere fiato e riattaccare a salire scrivendo” Il nono è uno dei miei preferiti, surreale, drammatico. Nel decimo, un tristissimo sosia di Flaiano alle prese con una consegna particolare… Undicesimo, il solitario, un altro dei miei preferiti. Molto dialogo, ritmo serrato, a tratti sincopato, uno scrittore cerca la solitudine totale per riuscire a lavorare al suo romanzo senza interferenze. Dodicesimo, si parla di come i recensori possano decidere le sorti, nel bene e nel male, di un libro. Dal tredicesimo pesco questa frase: “avevo sentito dire a un autore in tv che per riuscire nella scrittura bisognava prima fallire in tutto il resto. Il quattordicesimo, dal titolo “il folle” chiude degnamente questa bella raccolta. 14. Finiti. Perché non 17? Dannazione. Oltre al mondo della letteratura, un secondo comun denominatore dei racconti è l’amore, l’amore sincero, puro, ma anche l’amore malato, ossessivo. Si chiude il libro con la voglia di leggere altri racconti, di esplorare altre manie, altri retroscena. Libro consigliato a tutti, libro fondamentale per aspiranti scrittori, editori, critici, giornalisti e per tutte le persone che in un modo o nell’altro, hanno a che fare con queste persone diversamente folli.
Spesso si sente dire che scegliere come protagonista di un racconto uno scrittore è un azzardo pericoloso: addirittura Luca Ricci, in questa raccolta, lo fa di continuo, e il risultato è una sorprendete riflessione sul mondo della scrittura e sul senso della letteratura. I difetti fondamentali si presta a vari livelli di lettura e di analisi, e se si volessero ignorare le perle filosofiche e metaletterarie che appaiono qua e là, restano dei racconti divertenti, ironici e sorprendentemente reali e attuali.
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