Peccato. L'idea iniziale era anche buona, ma il tutto è veramente forzato, noioso. Sufficienza stiracchiata
Digressione
«Gian Marco Griffi ci ricorda che la sperimentazione letteraria può essere immensamente divertente e per nulla professorale.» - Filippo La Porta, Repubblica
«Ultimamente registro un calo di attenzione quando leggo libri o vedo film anche belli. Con Griffi invece no, anzi il problema è che poi domani ho da fare e non posso andare avanti. Griffi non solo surfa, ma fa surfare il lettore.» - Dario Voltolini, La Lettura
«Un romanzo dove tutto degredisce: il viaggio verso il significato non porta al centro, non scarta, non sfronda, non cerca l'origine e il nocciolo ma è, invece, uno sconfinamento che serve ad accogliere tutte le versioni possibili di un fatto.» - Simonetta Sciandivasci, Tuttolibri
«Dobbiamo essere gentili in questo mondo oscuro».
Immaginate un mondo in cui Asti è il centro del mondo. Immaginate un vecchio libro su cui ogni possessore ha lasciato tracce di sé: disegni, commenti, locandine, le regole di un gioco esistenziale inventato da Mary Shelley e dalla sua cerchia, l'indirizzo di uno sfuggente Ufficio delle redenzioni. Immaginate un ragazzo, Arturo Saragat, oppresso dal rimorso per non aver saputo opporsi al male quando sarebbe stato necessario, che a quel libro si affida per riorientarsi nella vita, smarrendosi invece ancor più. Immaginate una Storia in cui Mussolini non è stato fucilato ma ha finito i suoi giorni in esilio, allevando asini a Pantelleria. Poi immaginate nostalgici rievocatori del fascismo, un console maniaco del golf, una lobby di dentisti assassini, sette eretiche, mariachi, terre esotiche e terre desolate, chiromanti, una fabbrica di meravigliosi globi miniati e una donna ultracentenaria dal fascino struggente. È solo una piccola parte di quello che troverete in Digressione.
Dall'autore rivelazione di Ferrovie del Messico, un infinito, vertiginoso romanzo di formazione, d'amore e di avventura che ci restituisce una visione a volte compassionevole, a volte insostenibile, del nostro tempo.
Digressione è un romanzo che vuole raccontare, nientemeno, «tutto ciò che esiste, più una parte cospicua di ciò che è esistito e non esiste più, di ciò che esiste pur non essendo mai esistito, e di ciò che non esiste, non è mai esistito e mai esisterà»; e naturalmente, per fare questo, tenta di usare tutte le parole che esistono, più una parte cospicua di quelle che sono esistite e non esistono più, di quelle che esistono pur non essendo mai esistite, e di quelle che non esistono, non sono mai esistite e mai esisteranno. Come nella famosa intro dei Simpson in cui l’intero universo e l’intera storia dell’universo precipitano in un’unica molecola della pelle della zucca gialla di Homer; come in quell’accenno di Borges ai collegi dei cartografi che, insoddisfatti di aver disegnato mappe di singole province estese quanto un’intera città e mappe dell’impero estese quanto un’intera provincia, crearono una mappa dell’impero che dell’impero aveva la stessa estensione e con l’impero coincideva esattamente; come nel racconto di Arthur C. Clarke in cui la compilazione della lista dei nove miliardi di nomi di Dio, affidata da certi monaci tibetani a un supercomputer, provoca la fine del mondo, con i nove miliardi di stelle del cielo che si spengono a una a una: così in questo romanzo l’universo poético y pintoresco immaginato da Gian Marco Griffi fin dai suoi primi libri, ed esploso come un big bang narrativo in Ferrovie del Messico, continua inarrestabilmente a espandersi e a moltiplicarsi, viaggiando a forsennata velocità verso i limiti della letteratura. Tutto è Digressione, e Digressione è tutto; poiché, come dice Calixto Escalera Del Pilar, «laberintero inmortal», la vita stessa altro non è che «un’immane digressione nel tragitto che dal grembo materno conduce spietatamente alla tomba». Greta Bertella e Giulio Mozzi
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Anno edizione:2025
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luigi8421 10 novembre 2025Poteva essere meglio
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caronte 03 novembre 2025tanto tuonò...
sono riuscito a leggerlo fino alla fine...devo dire che è spesso risultato intrigante, talvolta noioso, digressivo per mille pagine ma il titolo ce ne avvisava...la vera coltellata alla schiena del lettore che ha avuto la pazienza di finire il libro è stato l'ultimo capitolo, va bene che nei ringraziamenti l'autore cita anche la fretta ma un finale così banale no...
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Luigi1966 13 ottobre 2025Libro scritto per mostrare che si è fighi
Libro che è coerente con il titolo, ma coerente sino alla nausea. Ho letto il 50 % del libro e digressioni a parte, un'altra grande difficoltà che ho trovato è quella che il lettore, deve, se vuole leggere il libro comprendendo quello che sta leggendo, mettersi vicino vari dizionari Italiano-Spagnolo e non solo (intere pagine scritte in altre lingue). Insomma...un libro scritto per mostrare quanto si è fighi, intere pagine che servono solo a far capire quando si è bravi a "digredire"
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